L'80enne senatrice María
Isabel Allende Bussi, terza figlia dell'ex presidente del Cile
Salvador Allende rovesciato dal sanguinario golpe di Augusto
Pinochet l'11 settembre del 1973, ha salutato oggi i suoi
colleghi parlamentari, dopo essere stata destituita dal
Tribunale costituzionale il 3 aprile scorso.
Profondamente emozionata e con la voce rotta, Allende, da 31
anni in Parlamento, ha esordito dicendo di vivere "uno dei
momenti più duri della mia vita", aggiungendo che "probabilmente
sia il mio ultimo intervento in quest'aula" e riconoscendo che
come parlamentare doveva "tenere presente l'articolo 60 della
Costituzione, non sfuggo alla mia responsabilità, ho agito
fidandomi dell'istituzionalità".
Allende ha negato di aver agito con dolo, spiegando che non
avrebbe mai messo "a rischio la mia storia, la mia dignità
politica e più di 30 anni di lotta democratica se avessi avuto
consapevolezza di infrangere una norma costituzionale",
aggiungendo di aver confidato "negli organi incaricati di
portare a termine l'acquisto della casa familiare dove
funzionerebbe la casa museo del presidente Salvador Allende,
convinta che si trattasse di un atto di memoria e riparazione" e
sottolineando che "mai nessun funzionario, nessun ministero ci
ha avvertito che poteva esserci una violazione costituzionale."
Allende ha sottolineato che accetta "una sanzione che
considero ingiusta, la vivo con dolore, ma con la testa alta e
la coscienza pulita. Me ne vado serena, so cosa ho dato. La mia
carriera parla da sola. Non ho mai usato la mia posizione per
avere un beneficio personale", ha concluso.
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