Il ministro della Giustizia e
dell'Interno del Venezuela Diosdado Cabello "guida l'apparato
repressivo dello Stato" sin dalla sua nomina nel governo di
Nicolas Madro, lo scorso agosto. Lo ha affermato la presidente
della Missione delle Nazioni unite che indaga sulla violazione
dei diritti umani nel Paese, Marta Valiñas presentando un
aggiornamento dell'ultimo rapporto sul Paese.
Considerato figura influente nei più alti ranghi del potere
chavista "Cabello continua a minacciare pubblicamente oppositori
politici o persone percepite come tali", ha aggiunto Valiñas.
Già presidente dell'Assemblea nazionale costituente tra il
2018 e il 2020 e attuale vicepresidente del governativo Partito
socialista unito di Venezuela (Psuv), Cabello è stato nominato
ministro nel mezzo della crisi politica esplosa nel Paese a
seguito delle contestate presidenziali del 28 luglio.
Per l'Onu in questo contesto la repressione contro
l'opposizione si è intensificata, aggravandosi ulteriormente a
cavallo dell'insediamento di Nicolás Maduro per un nuovo mandato
il 10 gennaio, tra proteste brutalmente represse e arresti
arbitrari.
Oltre alla persecuzione politica, il rapporto della Missione
ha evidenziato la recente approvazione di leggi che consentono
al governo di punire con pene fino a 30 anni di carcere e fino a
60 anni di interdizione politica coloro che sono considerati una
minaccia per lo Stato.
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