Il governo del Brasile cercherà
di dare priorità al dialogo con il presidente degli Stati Uniti
Donald Trump per affrontare eventuali nuovi attriti che
dovessero sorgere in occasione delle future deportazioni di
brasiliani dagli Usa, nel corso della campagna anti-immigrati
lanciata da Washington. Lo ha affermato il ministro degli Esteri
Mauro Vieira commentando le conseguenze diplomatiche del
rimpatrio di 88 brasiliani, trasportati in manette e incatenati.
Al termine di un incontro con il presidente Luiz Inacio Lula da
Silva, Vieira ha detto che Brasilia cercherà la collaborazione
"con le autorità statunitensi affinché le deportazioni vengano
effettuate nel rispetto della dignità e dei diritti umani".
Nonostante il clima di tensione diplomatica, il Brasile non
adotterà una posizione conflittuale nei confronti di Trump. Il
governo ha confermato inoltre che non invierà aerei per
rimpatriare i concittadini espulsi dagli Usa - come invece
disposto dalla Colombia - per prevenire nuovi abusi e garantire
migliori condizioni di viaggio. Il presidente Lula ha disposto
la creazione di un posto di assistenza umanitaria all'aeroporto
internazionale di Confins - nello stato di Minas Gerais - per
offrire un'adeguata accoglienza ai migranti.
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