Il presidente tunisino Kais Saied
ha ricevuto al Palazzo di Cartagine, i dirigenti e i direttori
delle istituzioni dei media pubblici.
L'incontro ha riunito il direttore della Televisione
nazionale, Chokri Ben Nessir, della Radio nazionale, Henda Ben
Alaya Ghribi, dell'agenzia di stampa Tunis-Afrique-Presse (Tap),
Najeh Missaoui, del quotidiano "Snipe La Presse", Saïd Ben
Kraiem e il commissario di Dar Assabah, Mohamed Ben Salem.
Saied ha sottolineato "il ruolo dei media pubblici in questa
fase nel trasmettere la libertà di parola che riflette le
preoccupazioni dei cittadini" e ha affermato a questo proposito
che "il discorso può essere veramente libero solo quando deriva
dal libero pensiero basato su nuove idee e concetti", si legge
in una nota della presidenza. Saied ha affrontato il percorso di
liberazione nazionale e il ruolo dei media pubblici in questo
contesto, osservando che "non si tratta di propaganda per una
parte o per l'altra, ma della nazione e dello Stato". Il
presidente tunisino ha poi evidenziato il ruolo dell'agenzia di
stampa Tunis Afrique Presse (Tap), affermando che "questa
venerabile istituzione, con il suo ricco archivio, deve
riconquistare il suo ruolo, la sua influenza e lo scopo per cui
è stata creata, soprattutto di fronte a fake news e pagine a
pagamento, sia a livello nazionale che internazionale, il cui
unico scopo è diffondere bugie a cui non crede più nessuno.
Alcuni, sia all'interno che all'esterno del Paese, sono ancora
ossessionati dai sogni di frammentazione e divisione dello
Stato".
Il Presidente ha anche affermato il suo continuo seguire gli
sforzi per salvare i giornali "La Presse" e "Assabah",
osservando che "questi due giornali fanno parte della storia
della Tunisia e la storia della nostra nazione non è in vendita
o in affitto". Durante l'incontro, Saied ha anche affrontato
diversi altri argomenti, tra cui la necessità di "sbarazzarsi
dei resti del passato e di alcuni termini obsoleti la cui
rilevanza è scaduta", affermando a questo proposito che "coloro
che sfogliano le pagine della storia all'indietro dovrebbero
sapere che il passato è andato per sempre ed è finito". (ANSA)
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