L'Inghilterra sta facendo registrare la primavera più secca dal 1956, ossia da quasi 70 anni, secondo i dati raccolti dai ricercatori nei primi mesi del 2025 e diffusi oggi da un'agenzia governativa: sullo sfondo di giornate che restano in larga prevalenza insolitamente miti e soleggiate per gli standard locali, rallegrando gli isolani e soprattutto i turisti, ma allarmando i meteorologi, gli ambientalisti e gli studiosi dei cambiamenti climatici globali.
Il record negativo di piogge ha riguardato tutti gli ultimi tre mesi, da febbraio ad aprile compreso, nella nazione più grande e popolosa del Regno Unito; con picchi che in alcune contee settentrionali non si vedevano addirittura dal 1929, vale a dire da poco meno di un secolo.
La tendenza non pare in effetti consolidata, visto che gli ultimi due anni sono stati classificati tra i più umidi, complessivamente, nella storia meteorologica recente della Gran Bretagna. Ma il contesto di questa stagione dimostra che "i cambiamenti climatici potranno portare a fenomeni di siccità" inedita anche nel Regno - salvo inversioni - nei prossimi decenni, secondo Richard Thompson, responsabile del dipartimento acqua presso l'agenzia governativa per l'Ambiente britannica: preoccupato in prospettiva per la stessa disponibilità di risorse idriche nel Paese.
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