Si avvia verso la conclusione in
India il mega pellegrinaggio induista Maha Kumbh Mela, che,
secondo i dati ufficiali, dal 13 gennaio a oggi, ha visto
affluire a Prayagraj, la città dell'Uttar Pradesh alla
confluenza del fiume Gange con la Yamuna e con il Saraswati,
definito mitico perché inabissato, 640 milioni di devoti.
I rituali finali sono iniziati nel cuore della notte scorsa,
alla presenza di centinaia di migliaia di fedeli che continuano,
anche in queste ultime ore, ad ammassarsi in code lunghe
chilometri, cercando di raggiungere il punto in cui si
immergeranno in acqua, nell'area ritenuta sacra per l'ultimo
"snan", il bagno rituale che li purificherà e li libererà dal
ciclo delle reincarnazioni.
La corsa all'immersione rituale nell'ultimo giorno del festival
ha visto solo oggi 830 mila devoti, che sono stati salutati da
lanci ripetuti di quintali di petali di rosa fatti piovere da
una flottiglia di elicotteri.
Questa giornata conclusiva coincide con un'altra importante
festività del calendario induista: oggi si celebra infatti Maha
Shivaratri, in onore del dio Shiva.
Le autorità affermano di avere calcolato il numero dei
partecipanti utilizzando i dati rilevati dall'intelligenza
artificiale e da migliaia di videocamere, ma è praticamente
impossibile verificarne l'attendibilità, per la sterminata
estensione dell'area coinvolta dall'evento.
A dispetto di due gravi incidenti, uno a Prayagraj, a fine
gennaio, e l'altro, più recente, in una stazione ferroviaria di
Delhi, che hanno visto morire schiacciati dalla folla almeno 50
devoti, e quasi 200 feriti, il Maha Kumbh Mela è stato un
trionfo per il premier Narendra Modi e per il chief minister
dell'Uttar Pradesh, il monaco Yogi Adityanath; l'evento,
descritto con enfasi come il più grande festival religioso mai
tenuto nella storia del mondo intero, è divenuto un potente
strumento a conferma della politica del Bjp, che promuove una
visione dell'India interamente induizzata.
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