"È bastato un colpo di spugna del
governo Pd-5 Stelle per cancellare, in commissione bilancio al
Senato, un percorso condiviso da più forze politiche, tra cui
anche quelle all'interno della maggioranza stessa, e decretare,
probabilmente, la scomparsa della Camera di commercio di Terni,
che verrà accorpata in un unico istituto regionale": a
dichiararlo, in una nota, sono i parlamentari della Lega Umbria.
A firmarla Virginio Caparvi, Riccardo Augusto Marchetti, Valeria
Alessandrini, Barbara Saltamartini, Stefano Lucidi, Luca
Briziarelli e Simone Pillon.
"Come Lega - si legge - abbiamo provato a salvare l'ente
camerale ternano facendoci portavoce delle esigenze del
territorio presso il ministero dello Sviluppo economico e
tentando una mediazione con altre forze politiche. Il blitz è
avvenuto nel corso della notte tra venerdì e sabato, quando la
maggioranza giallo-rossa ha trasformato l'emendamento che
sospendeva la procedura di accorpamento degli enti camerali,
prevista dalla legge Madia, in un ordine del giorno che avrà
soltanto una mera funzione di indirizzo e che impegna il Governo
a convocare un tavolo con le regioni per stabilire modalità e
criteri delle 'fusioni' previste".
"Siamo allibiti - continuano i parlamentari - da questa
scelta che pare più un goffo tentativo di ripulirsi la coscienza
e che va in netta controtendenza rispetto a quella che ci era
sembrata una volontà bipartisan di sospendere il decreto legge.
Evidentemente ci sbagliavamo".
Deputati e senatori leghisti si dicono "sorpresi" del
comportamento dei parlamentari umbri di Pd e 5 Stelle, "piombati
in un imbarazzante silenzio che ne evidenzia la totale
incapacità nel trasformare le parole in fatti concreti".
"Infine - continuano -, prendiamo atto di come esponenti
politici regionali e comunali dei partiti di maggioranza al
governo nazionale, siano rimasti inerti rispetto a questa
vicenda che interessa piccole e medie imprese, aziende e realtà
del tessuto economico locale".
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