"L'efficienza del servizio di
raccolta e gestione dei rifiuti a Palermo è prioritario rispetto
all'ulteriore aumento del costo da sostenere. Per valutare con
oggettività e responsabilità il provvedimento con cui
l'amministrazione comunale lo scorso mercoledì ha aumentato il
costo della Tari, abbiamo utilizzato un report elaborato da
Confcommercio. Se è vero che finora il costo della Tari a
Palermo (194,32 euro pro capite) è stato più basso della media
nazionale (223,25) euro e della media regionale (248,42, mentre
Catania ha la quota più alta con 331 euro ), è pur vero che a
Palermo si registrano sacche di inefficienza nel servizio che
devono essere superate perché producono un aumento dei costi
ingiustificati che gravano su cittadini e imprese". Lo dice
Patrizia Di Dio, presidente di Confcommercio Palermo.
"Si possono chiedere ulteriori sacrifici solo se si giunge a
migliori risultati - prosegue la Di Dio -. La situazione è
ancora allarmante e produce gravi ripercussioni pure
sull'attrattività della città, la qualità della vita, il decoro
e inevitabilmente anche sull'immagine di Palermo in chiave
turistica".
Le utenze domestiche incidono per il 65% (84.105.489,40 euro)
mentre le utenze non domestiche relative ad attività economiche,
imprese, uffici, negozi ecc. incidono per il 35% (€
45.780.712,60). Per quanto riguarda l'analisi dei costi, il
36,9% sono quelli strutturali, indipendenti dalla produzione di
rifiuti, e il 63,1% sono i cosiddetti costi variabili,
direttamente collegati alla produzione di rifiuti. L'elevata
incidenza della quota variabile suggerisce inefficienze nella
gestione operativa dei rifiuti, e un livello insufficiente di
raccolta differenziata.
Palermo è tra i capoluoghi con la percentuale più bassa in
Italia (ben al di sotto della media nazionale). "Occorre quindi
ridurre i costi variabili attraverso un incremento della
raccolta differenziata e un'ottimizzazione logistica del
servizio", conclude la Di Dio.
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