Le aziende vitivinicole con una percentuale superiore di vendita diretta, al consumatore finale e/o all'Horeca, presentano un andamento del fatturato migliore rispetto alla media generale del campione: lo stesso vale per chi offre con successo proposte per l'enoturismo e chi ha investito in marketing e promozione.
E' quanto emerge da una ricerca sulla sostenibilità economico finanziaria delle imprese del vino presentata oggi a Vinitaly, nell'area del ministero dell'Agricoltura, realizzata dall'Invernizzi AgriI Lab di Sda Bocconi School of Management, col sostegno della Fondazione Romeo ed Enrica Invernizzi e di Crédit Agricole Italia, in collaborazione con Fivi- Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti.
"Questi dati rafforzano le nostre richieste a
livello europeo: maggiore accessibilità ai fondi Ocm promozione
per le aziende di medio-piccole dimensioni, attualmente di fatto
escluse, e realizzazione di misure di sostegno alle attività
enoturistiche, fondamentali in questo frangente storico anche
per un'educazione al consumo consapevole, oltre che per la
diversificazione dei canali di vendita e per crescita delle
economie territoriali delle aree interne" sottolinea Rita
Babini, vignaiola e presidente di Fivi. Quella della redditività
era e resta la sfida del futuro, concordano gli analisti, mentre
Babini ha evidenziato come le aziende vitivinicole verticali
siano "un modello resistente e fragile al contempo. Resistono
grazie a competenze spesso trasmesse da generazioni ma di fronte
ai cambiamenti climatici è necessario riconoscerle nella loro
unicità per metterle nelle condizioni di competere alla pari con
altri soggetti della filiera".
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