Il 2024 si è chiuso in modo
contrastato: alla forte crescita delle presenze turistiche in
Italia, nell'ultima parte anche degli italiani, fa da
contraltare una riduzione della produzione industriale, con
l'inatteso forte calo del mese di dicembre, quando la variazione
congiunturale appare di inconsueta gravità (-3,5%), negando
recisamente le speranze alimentate dalle dinamiche di ottobre e
novembre (0,0% e +0,3%). Al di là delle oscillazioni mensili,
bisogna prepararsi a diversi mesi ancora di confronto
tendenziale particolarmente penalizzante.
Questo il commento dell'Ufficio Studi di Confcommercio ai
dati Istat di oggi.
Tra l'altro, - continua la nota - le difficoltà molto
evidenti per la produzione di beni di consumo, correlate anche
ad una domanda interna che stenta a trovare slancio, a dispetto
dei presupposti favorevoli in termini di redditi reali,
inflazione e occupazione, si estendono alla produzione di beni
intermedi e strumentali, a segnalare come la ripresa
dell'industria sia ancora lontana.
Per quanto riguarda i servizi di mercato, trainati dal turismo
nella sua più ampia accezione, - conclude l'Ufficio Studi - la
situazione appare molto meno problematica. In particolare, le
presenze, secondo le ultime stime, mostrerebbero nell'anno
appena passato un livello superiore ai 458 milioni: 11 milioni
più dell'anno record 2023 e oltre 21 milioni al di sopra del
dato, già lusinghiero, del 2019, risultati prevalentemente
attribuibili agli stranieri che ormai valgono per quasi il 55%
dei nostri turismo attivi.
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