(di Francesca Brunati e Igor Greganti)
Con la decisione della Cassazione
di dichiarare la competenza della magistratura di Milano a
giudicare Daniela Santanchè, imputata per truffa aggravata
all'Inps, potrebbe essere vicino l'addio della ministra del
Turismo al governo.
La scelta della Suprema Corte di rigettare la questione della
competenza territoriale in favore di Roma sollevata dalla difesa
che, con l'avvocato Nicolò Pelanda, ora attacca i giudici per
aver appreso in anteprima dalla stampa l'esito della camera di
consiglio, non rallenta il procedimento. Che altrimenti avrebbe
dovuto fare un passo indietro e tornare alla fase della chiusura
indagini. Infatti, l'udienza preliminare riprenderà il prossimo
26 marzo e potrebbe chiudersi entro maggio, ma ancor prima c'è
un'altra scadenza: quella del 10 febbraio, quando la Camera dei
Deputati si riunirà per discutere la mozione di sfiducia del M5s
nei confronti dell'ex proprietaria del Twiga e fondatrice di
Visibilia, il gruppo da cui è uscita ma che le sta creando
parecchi guai. La votazione sarà palese. E il passaggio potrebbe
diventare cruciale - si ragiona in alcuni settori della
coalizione - perché potrebbe esporre la maggioranza ad un voto
di fiducia che blinderebbe un esponente del governo che di lì a
poco, però, potrebbe essere rinviato a giudizio, come possibile
conseguenza, portarlo comunque alle dimissioni. Un teorico
cortocircuito che potrebbe essere superato anticipando
politicamente certe decisioni, si sottolinea.
Di rientro a Milano dall'Arabia, dove si è recata per la
prima tappa in terra saudita del veliero Amerigo Vespucci,
Santachè ha dunque molto su cui riflettere. "Non mi dimetto,
vado avanti" aveva detto nei giorni scorsi, salvo poi fare
precisare "se me lo chiede Meloni me ne vado" di fronte
all'irritazione del suo partito, Fratelli d'Italia, e sembra
anche di Palazzo Chigi, per queste dichiarazioni, smentite,
anche dopo la pubblicazione dell'audio sui siti dei quotidiani.
Adesso, però, la questione è diversa, perché ci sono tempi più
certi sull'iter della vicenda giudiziaria. Non è un caso che il
presidente del Senato Ignazio La Russa, da sempre vicinissimo
alla ministra e compagna di partito, di cui è amico, definisca
la decisione della Cassazione un "elemento di valutazione".
"Credo che Daniela, quando ha detto che avrebbe valutato, può
darsi che valuti anche questo" ha aggiunto. Molti, dentro FdI,
lo interpretano come un segnale di un crescente isolamento per
Santanchè. Sabato mattina la senatrice potrebbe presentarsi alla
direzione nazionale del partito dove, dopo il suo
"chissenefrega" delle critiche, non è escluso un momento di
confronto. A cui, prevede chi la conosce bene, la ministra non
si sottrarrà.
Gli ermellini con la loro pronuncia in favore di Milano,
hanno in sostanza ridato abbrivio al procedimento in cui la
senatrice, il suo compagno Dimitri Kunz e una una terza persona,
rispondono di truffa aggravata in uno dei filoni dell'indagine
su Visibilia (ora risanato dall'amministratore giudiziario) per
presunte irregolarità legate alla cassa integrazione ottenuta
per 13 dipendenti durante il Covid con ingenti danni per l'Inps.
Anche se ancora non sono disponibili le motivazioni, qualche
passaggio dell'intervento della pg Simonetta Ciccarelli,
potrebbe dare una traccia su quale sia stato il loro
ragionamento. "Si ritiene venga accordata prevalenza alla tesi
dell'Inps, - ha detto ieri in udienza la sostituta pg - che fa
osservare come la dichiarazione" della società del 31 maggio
2020 per ottenere la Cassa Integrazione per i dipendenti "è
stata presentata" nella sede del capoluogo lombardo. Inoltre non
può essere accolta neppure la tesi del difensore, l'avvocato
Nicolò Pelanda, che ha insistito oltre che per il trasloco del
procedimento nella Capitale, anche per la rideterminazione del
reato in "indebita percezione a danno dello Stato di erogazioni
pubbliche".
Intanto gli atti del fascicolo a breve ritorneranno a Milano
per l'udienza preliminare che, tra meno di due mesi, potrebbe
essere celebrata davanti a un nuovo gup, in quanto Tiziana
Gueli, assegnataria del procedimento, prenderà servizio come
giudice del dibattimento. Quel che è quasi sicuro è che, salvo
complicazioni, essendo tre gli imputati ed essendo stata risolta
la questione della competenza, si ricomincerà con la discussione
della procura che ribadirà di certo la richiesta di rinvio a
giudizio della senatrice di Fdi. Dopo di che toccherà alla parte
civile Inps e infine alle difese. La previsione è che il
procedimento si possa risolvere in due o tre udienze.
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