"La situazione è
ancora molto in evoluzione, visto che ogni giorno emergono anche
danni inaspettati: la stima di tre milioni di euro mi sembra
abbastanza veritiera". Lo ha affermato Mirko Sulli, del
coordinamento di Cna Piana fiorentina, che fra ieri e oggi ha
incontrato più di 30 aziende che hanno riportato danni a causa
dell'esplosione del 9 dicembre nel deposito Eni di Calenzano
(Firenze). Anche Confindustria in questi giorni sta supportando
i suoi associati della zona, alle prese con stime e perizie.
Secondo Cna i danni sono diffusi: praticamente tutte le
imprese di via Erbosa, via Pescinale e via La Prata, nella zona
del Pratignone, hanno subito danni, e anche aziende situate a
chilometri di distanza sono state colpite, seppur in misura
minore. "In questi due giorni - spiega Sulli - abbiamo diviso le
aziende in due grandi fasce: una con le aziende che si trovano a
una distanza tra i 100 e i 400 metri dal punto dell'esplosione,
e le altre invece dai 400 metri fino a oltre un chilometro. La
prima fascia è quella che ha avuto i danni più grandi, in media
intorno ai 50.000 euro ciascuna; la seconda fascia lamenta danni
in media sui 10-20.000 euro, soprattutto derivanti dai vetri che
si sono rotti".
Il Comune di Calenzano ha attivato una casella e-mail a
beneficio sia delle aziende sia dei privati cittadini che hanno
riportato danni materiali, per richieste che saranno poi
indirizzate a Eni: per i danni limitati a finestre e infissi si
richiede di inviare foto, dati del richiedente e preventivo di
spesa per la riparazione; per i danni più rilevanti è necessaria
anche una perizia da parte di un tecnico.
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