"Senza criteri è
altamente probabile che alle gare seguano decine e decine di
ricorsi, in grado di 'ingessare' l'attività amministrativa degli
enti locali. Senza riconoscimento del valore d'impresa per
l'intera durata della concessione significherebbe disconoscere
il lavoro, gli investimenti, la qualificazione raggiunti dalle
imprese e da un intero territorio sul versante economico e
sociale. Invitiamo, pertanto, i Comuni a sospendere in modo
omogeneo la procedura fin tanto non ci siano criteri certi".
Così Cristiano Tomei, coordinatore nazionale Cna Balneari, in
occasione dell'assemblea toscana dell'associazione svolta a Lido
di Camaiore (Lucca).
La Toscana, spiega una nota, con 900 concessioni, è la
seconda regione dopo l'Emilia Romagna per numero di stabilimenti
balneari. Solo in Versilia sono 439 suddivisi tra i quattro
comuni rivieraschi, 4.300 sono le persone impiegate direttamente
(titolari e dipendenti) e 12.000 unità sono il totale del
personale dell'indotto (fornitori, commercianti, artigiani,
servizi). Un comparto economico che per la Cna merita di essere
salvaguardato e difeso. Per Ilaria Piancastelli, presidente
regionale Cna Balneari, si tratta di "imprese costituite
principalmente da famiglie che con il duro lavoro negli anni
hanno contribuito a far crescere il tessuto sociale culturale ed
economico di interi territori costieri. Queste imprese hanno un
enorme valore storico che in altri settori dell'economia viene
perseguito e valorizzato ma che invece con questo decreto salva
infrazioni si cerca di scardinare".
Presente la parlamentare della Lega Elisa Montemagni che ha
sottolineato: "Siamo rimasti stupiti e delusi del testo e
cercheremo di presentare al ministro una soluzione completa. Il
mio timore è che non si sia capita l'importanza del settore per
tutto il Paese. Adesso siamo in fase di dialogo e arriveremo al
voto non prima della settimana prossima". Per Riccardo Zucconi
(Fdi) "stiamo compiendo forse anche delle ingiustizie il
provvedimento così come è scritto non è ricevibile ed è un vero
attacco al mondo imprenditoriale italiano". Per il deputato
Marco Simiani (Pd) "è un provvedimento scritto male e di fretta
noi non abbiamo mai fatto promesse che sapevamo non potevano
essere mantenute. Adesso abbiamo presentato 30 emendamenti molto
puntuali rispettando in coerenza la posizione sempre avuta negli
anni. Oggi la partita è quella di garantire all'impresa il
giusto valore".
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