(di Chiara De Felice e Barbara Marchegiani) Non si cambia sulle pensioni ma si ragiona sulla piena rivalutazione all'inflazione, una protezione che verrà applicata anche ai contratti pubblici, mentre il taglio del cuneo fiscale e la riforma delle aliquote Irpef diventeranno strutturali.
Le risorse verranno anche da un nuovo round di tagli alla spesa e da un contributo delle imprese che hanno fatto più profitti negli ultimi anni.
Prende forma la
prossima manovra di bilancio che il governo comincia ad
anticipare a sindacati e imprese, convocati formalmente a
palazzo Chigi per informarli sul Piano strutturale di bilancio,
il documento che sarà presentato alle Camere a ridosso del
prossimo Consiglio dei ministri previsto per venerdì mattina.
Ai sindacati che chiedevano rassicurazioni su pensioni,
contratti, sanità, fisco, il ministro dell'Economia Giancarlo
Giorgetti ha ricordato che l'approccio resta "prudente e
responsabile". E ha elencato le priorità per il governo. La
prima è "rendere strutturali in maniera sostenibile alcune
misure, coerentemente con quanto annunciato", cioè la riduzione
del cuneo fiscale per i lavoratori a basso e medio reddito e la
riforma delle aliquote Irpef. Sui contratti di lavoro pubblico
c'è poi l'impegno a recuperare i valori dell'inflazione, ovvero
circa il 2% annuo. Sulla sanità c'è la conferma a tenere la
spesa sopra l'1,5% del Pil previsto in media per i prossimi 7
anni.
Sulle riforme invece l'esecutivo si concentrerà su quattro
aree. La prima è la giustizia, puntando su efficientamento e
digitalizzazione, accorciamento tempi processo civile. La
seconda è la pubblica amministrazione, dove si cerca
l'efficientamento della spesa. La terza è l'ambiente
imprenditoriale, per aumentare la concorrenza e promuovere la
transizione green. E la quarta è la fiscalità, puntando su
compliance e recupero della base imponibile. Per investimenti su
altro non c'è grosso spazio perché, sottolineano fonti di
governo, "purtroppo l'approccio della Commissione europea non è
di tipo espansivo e non sono state accolte le richieste italiane
di considerare diversamente le spese per gli investimenti".
La caccia alle risorse, che tiene conto dell'impegno del
governo a non alimentare il debito pubblico, passa anche per la
spending review e per una forma di contributo delle imprese che
più hanno tratto profitto in questi anni di prezzi alle stelle.
Giorgetti ha auspicato il contributo da parte di chi ha
maggiormente beneficiato delle condizioni particolarmente
favorevoli, escludendo però che si debba pensare alle cosiddette
tasse sugli extraprofitti. Il tema c'è, tanto che l'Abi ha
aperto all'idea di fornire "maggiore liquidità al bilancio dello
Stato". Ma per il segretario della Uil, Pierpaolo Bombardieri,
sarebbe una forma di "carità" che va persino restituita in
quanto prestito, invece è giusto che chi ha fatto molti profitti
paghi "per redistribuire a chi in questo Paese sta soffrendo
molto".
Alla Cgil del segretario Maurizio Landini non piace
l'impianto della manovra che sta prendendo forma a partire dal
Psb che illustra la traiettoria della spesa per i prossimi sette
anni. "Considerando quello che ci è stato comunicato oggi,
abbiamo davanti il rischio di sette anni di politiche austerità,
sacrifici e tagli", ha detto la termine dell'incontro. "Non c'è
la volontà di andare a prendere i soldi dove sono e si continua
a tassare unicamente i lavoratori dipendenti e i pensionati. E
su questa linea non siamo disponibili a stare a guardare", ha
spiegato.
Il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, apprezza
invece il confronto con il governo che "è disponibile a
ragionare per dare strutturalità al taglio del cuneo
contributivo e all'accorpamento delle due aliquote Irpef e ci
rassicura sulla piena indicizzazione delle pensioni rispetto
all'inflazione. C'è la volontà di rafforzare le risorse per la
sanità e la disponibilità a sostenere il rinnovo dei contratti
pubblici".
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