È urgente che già in occasione del
G7, il governo stringa alleanze con gli altri Paesi Ue, per
ottenere un cambio di approccio e di strategia nella politica di
conservazione europea, impedendo che questa uccida il settore. A
chiederlo è il settore agro-ittico-alimentare di Agci,
intervenuto ad un convegno al G7 di Siracusa, nel richiamare
l'attenzione sul fatto che la pesca italiana è destinata a
soccombere in mancanza di un cambio di strategia per la
ricostituzione degli stock in Mediterraneo. Nonostante la
riduzione dell'attività per il 40% in 5 anni, le risorse ittiche
di cattura dello strascico, su cui si basa l'approvvigionamento
dei mercati, non hanno tutte raggiunto l'obiettivo della
'massima cattura sostenibile'.
"La riduzione dell'attività in mare - ha affermato Giampaolo
Buonfiglio, presidente del settore agro-ittico-alimentare di AGC
- è uno strumento semplicistico di un problema complesso, una
misura eccessivamente drastica se portata oltre un certo limite,
con cui si tenta oggi di mascherare un innegabile fallimento
istituzionale europeo nella gestione del settore in
Mediterraneo. Non si può risolvere il problema semplicemente
smettendo di pescare trascurando le conseguenze sociali ed
economiche - ha concluso - è come voler risolvere la fame nel
mondo pensando di imporre il digiuno".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA