"Abbiamo sempre avuto, come Cisl
Scuola, più d'una perplessità sull'istituzione di un nuovo
percorso scolastico, il liceo del made in Italy, che attraverso
la definizione 'forzosa' di un profilo ci sembra rispondere più
a un'operazione di immagine che a un effettivo e specifico
fabbisogno formativo. Perplessità che abbiamo avuto modo di
esprimere direttamente alla relatrice del provvedimento, la sen.
Bucalo, in un dibattito organizzato lo scorso mese di giugno
insieme alla Scuola di Economia Civile sul futuro del liceo
economico e sociale.
La promozione e la valorizzazione del made in Italy, sostenevamo
allora, non si ricollega a uno specifico ambito formativo e
produttivo, difficile peraltro da individuare, ma dev'essere
missione condivisa da tutte le attività formative riconducibili
a produzioni che esprimono, a vario titolo, l'eccellenza dei
marchi italiani.
In ogni caso, sostenevamo allora e lo ribadiamo oggi,
consideriamo inaccettabile che l'attivazione di un nuovo
percorso di studi avvenga a scapito di altri, già attivi e
collaudati, destinati invece a cedere il passo al nuovo liceo.
Si eviti di introdurre nel nostro sistema di istruzione, che ha
già molti problemi, altri fattori di destabilizzazione.
L'eccellenza italiana non ha bisogno di spot di questo genere,
dai quali non si vede quale vantaggio possa venire". Così Ivana
Barbacci, segretaria generale Cisl Scuola.
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