Pericolo in vista per il riso
comunitario con la ripresa dei negoziati tra la Commissione
europea e l'India per la definizione di un accordo di libero
scambio. La richiesta del maggiore esportatore mondiale di riso,
già avanzato nelle trattative precedenti, è di ottenere diversi
contingenti di importazione a dazio zero che, se fossero
concordate, ridurrebbero ulteriormente lo spazio commerciale per
il riso Lungo B europeo. Lo fa sapere l'Ente Nazionale Risi,
precisando che l'India non solo gode dell'esenzione del dazio
per 8 varietà di riso semigreggio Basmati, ma che nel 2022 sul
portale del sistema di allerta comunitario Rasaff sono risultate
42 notifiche sul prodotto importato (28% del totale sul riso), a
causa della presenza di agrofarmaci, il cui impiego non è
consentito nell'Unione europea.
A settembre 2020, inoltre l'India ha inoltrato alla
Commissione la richiesta per il riconoscimento dell'Igp
'Basmati'. "Mentre i nostri risicoltori devono rispettare
divieti e regole strette per l'uso di agrofarmaci, ci troviamo
come sempre a contrastare la miopia della Commissione che
dovrebbe difendere le produzioni Ue - spiega il presidente Paolo
Carrà - la filiera risicola europea ha da sempre sostenuto la
necessità di una reciprocità di regole circa l'impiego di
fitofarmaci. Imbarazzante sarebbe il riconoscimento di una Igp
sul Basmati con un termine generico, senza legami con il
territorio, che è esattamente equivalente al Basmati di origine
pakistana e che potrebbe, a fine percorso del negoziato di
libero scambio, originare un'esenzione dal dazio per
quantitativi illimitati".
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