Nel 2021, in provincia di Pisa, il
35% dei posti di lavoro offerti hanno rappresentato un problema
per le imprese in cerca di candidati da assumere. Lo rivela
l'Unione industriale pisana presentando oggi insieme alla Camera
di commercio pisana il progetto "Orientamento in uscita dalle
Scuole Medie", del quale una parte importante è rappresentata
dall'opuscolo Scuola-Futuro-Lavoro.
"Si tratta - spiega una nota - di uno strumento che da cinque
anni, in collaborazione con i principali istituti tecnici e
professionali della provincia di Pisa, mette a disposizione di
studenti e famiglie l'offerta formativa e i dati sulle
opportunità di occupazione e carriera in azienda". Tra i titoli
di studio più richiesti dalle imprese ci sono il diploma (30%) e
le qualifiche professionali (24%) mentre solo nel 13% dei casi
si cercano laureati. Tra le figure professionali maggiormente
ricercate dalle imprese della provincia ci sono ingegneri,
specialisti in scienze informatiche, fisiche e chimiche,
tecnici, ma anche operai e artigiani specializzati per i settori
pelli-calzature, meccanica e edilizia, chimico-farmaceutico.
Secondo Giovanni Brugnoli, vicepresidente per il Capitale umano
di Confindustria "la formazione è il vero ascensore sociale del
sistema paese: l'orientamento ai giovani deve essere visto come
processo continuo, alla base del processo di formazione dei
ragazzi e dialogare con le scuole serve, perché per troppi anni
imprese e scuole non si sono parlate". "E' necessario combattere
- ha concluso l'assessore regionale alla formazione e al lavoro,
Alessandra Nardini - lo stereotipo per cui chi è bravo si segna
al liceo, chi mediocre all'istituto tecnico e chi è scarso al
professionale. La scuola deve insieme alle famiglie accompagnare
i ragazzi a scelte consapevoli sul proprio futuro e superare il
disallineamento tra competenze formative e fabbisogno delle
imprese consente di avere livelli occupazionali migliori".
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