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Responsabilità editoriale di Advisor
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Il mondo della consulenza finanziaria continua ad essere prevalentemente maschile anche se la percentuale di donne sta lentamente aumentando.
Quante nuove consulenti finanziarie potrebbero accedere alla professione in un anno se fossero proprio le consulenti già operative ad occuparsene? Circa 4.000! Davvero un bel risultato.
Attualmente nelle prime 7 reti per dimensioni ci sono circa 21.000 consulenti di cui 4.000 (20%) donne.
Se ognuna di loro fosse coinvolta in un progetto di empowerment femminile con l’obiettivo di intercettare una potenziale nuova collega ed affiancarla come mentore nel percorso decisionale, questo obiettivo sarebbe raggiunto.
Tutte le reti dichiarano che vogliono puntare sui giovani e sulle donne ma, in generale, i processi di recruiting sono affidati a manager uomini over 50. Una tipologia di professionista nel quale i candidati non si possono identificare perché non sono rappresentativi dei loro mondi.
Una strategia, a mio avviso più efficace, dovrebbe invece puntare su figure che siano simili e che possano testimoniare un’esperienza di successo.
A trarne vantaggio non sarebbero solo i candidati ma anche i testimonial coinvolti perché potrebbero avere maggiore visibilità sia all’interno dell’azienda che all’esterno arricchendo inoltre le proprie capacità relazionali e rafforzando la leadership all’interno del gruppo di appartenenza.
Contribuire ad incrementare il numero di donne e di giovani significa portare nuova linfa e nuove visioni nei gruppi ma anche offrire un’opportunità a tanti talenti che, non conoscendo, temono un mondo di professionisti over 50, prevalentemente uomini a partita IVA.
Quali risorse coinvolgere in un progetto di sviluppo affidato a giovani e a donne?
Consulenti finanziarie che ritengono importante portare i valori e le competenze delle donne in un contesto in cui sono poco rappresentate e per questo desiderano dedicare tempo alla ricerca di nuove talentuose colleghe potendo rappresentare con la propria esperienza e vissuto le reali opportunità che la professione può dare anche nel coniugare lavoro e famiglia.
Giovani consulenti che abbiano avuto l’ambizione di uscire dalla logica della ricerca del posto fisso per creare la propria azienda consapevoli che il più grande passaggio generazionale di patrimoni, dovuto all’età raggiunta dai baby boomer, è partito e gli eredi vogliono consulenti giovani in grado di dialogare da pari, così come il passaggio generazionale dei portafogli dei consulenti senior che sono sempre più vicini alla pensione. Un’opportunità straordinaria!
Se poi, oltre ad essere giovani, sono anche donne la testimonianza avrà doppio valore.
Cosa dovrebbero quindi fare i manager che si occupano di recruiting?
E infine prevedere premi ed incentivazioni non monetarie in funzione delle candidature presentate.
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*Marina Magni, project manager per Fabbrica delle Professioni e prima donna Area manager dell'industria della consulenza finanziaria italiana, è columnist di Advisor.
La sua nuova rubrica, pubblicata come sempre ogni due settimane, intende approfondire in particolare il tema delle donne e dei giovani nella consulenza, offrendo, in virtù di decenni di professione, analisi e soluzioni concrete per innovare la categoria dei CF.
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