Le criptovalute rappresentano un
rischio troppo elevato per il sistema bancario e dovrebbero
essere soggette a regolamentazioni ancora più stringenti. E'
quanto afferma il 79,3% dei rispondenti all'indagine realizzata
dall'Aibe, l'associazione delle banche estere con il Censis.
Solo il 40,7% dei rispondenti ritiene che un approccio normativo
più flessibile, ispirato a quello della Sec statunitense,
permetterebbe alle banche europee di essere più competitive nei
servizi di custodia di criptovalute, riducendo i vincoli
regolatori, favorendo l'innovazione e abbassando i costi
operativi.
Dall'altra parte, un passo verso il recupero di competitività
del mercato europeo potrebbe derivare dal lancio da parte della
Bce dell'euro digitale. Secondo il 69,0% dei componenti del
panel, il ruolo dell'euro come valuta internazionale sarà
rafforzato grazie all'adozione dell'euro digitale e sempre il
69,0% sostiene che l'euro digitale migliorerà l'efficienza dei
pagamenti e favorirà l'integrazione del mercato finanziario
europeo.
Il 92,9% degli intervistati ritiene che la dimensione ridotta
degli istituti europei, effetto diretto della frammentazione
bancaria, costituisca un freno alla competitività rispetto alla
controparte statunitense. Inoltre, il 72,4% sostiene che l'Ue
dovrebbe semplificare le normative antitrust e creare incentivi
fiscali per favorire le fusioni bancarie, e solo il 20,7%
ritiene che le fusioni bancarie rischino di creare un panorama
oligopolistico esponendo il sistema europeo a maggiore
instabilità in caso di crisi.
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