Nessun accordo di intenti sui
carburanti del futuro del trasporto marittimo. Da una parte gli
armatori che per voce di Alberto Rossi, segretario generale
Assarmatori dicono che "la nave elettrica non può esistere";
dall'altra il mondo dello sviluppo e della certificazione che
vede nel nucleare, e quindi nei motori elettrici, una delle
alternative più performanti al termico. Se n'è parlato durante
l'evento "Muoversi nel futuro: l'intelligenza artificiale e la
transizione energetica nei trasporti marittimi e terrestri"
organizzato dall'emittente televisiva locale Telenord
all'Excelsior Palace di Rapallo, in programma oggi e domani.
Il tema del carburante ideale per il futuro della navigazione
è stato al centro del dibattito. Gian Paolo Dalla Vedova,
strategic business partner di Lloyd's Register, ha espresso una
posizione chiara: "Il carburante del futuro? Vedrei bene il
nucleare". Opinione presa al balzo da Marco Venturini, ceo di
Phase Motion Control, particolarmente propenso per i motori
elettrici: "Il nucleare può essere la soluzione, ma ricordiamoci
che poi il motore sarà elettrico". Approccio diverso di Maria
Ilde Colasuonno di Eni, che ha sottolineato come la transizione
non possa dipendere da una sola fonte di energia: "Il carburante
del futuro è un mix di soluzioni". Un concetto che tiene conto
della necessità di integrare diverse tecnologie per ridurre
l'impatto ambientale senza compromettere l'efficienza del
settore. Punto di vista interessante è quello di Franco
Porcellacchia di Ecospray secondo cui "Un modo per abbattere
l'inquinamento è separare la CO₂ dalle emissioni. Una tecnologia
su cui si stanno concentrando numerosi investimenti per rendere
più sostenibili i trasporti marittimi". L'altro grande tema su
cui si è sviluppato il dibattito con vari ospiti di livello
nazionale e istituzionale è stato quello dell'intelligenza
artificiale nel mondo dello shipping, un tema che nei prossimi
anni dovrà trovare pronti gli operatori per mantenere una
competitività mondiale. A cominciare dalle navi a guida autonoma
e al supporto tecnologico testato in porto a Livorno per poter
supportare le manovre delle navi in avvicinamento: "se l'Italia
non si adeguerà a questa tecnologia - avverte il comandante
Pierluigi Milella del comando generale delle Capitanerie di
Porto - perderà il 30% per cento delle merci".
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