Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

La Fed lascia invariato il costo del denaro

/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

La Fed lascia invariato il costo del denaro

Tassi in una forchetta fra il 4,25% e il 4,50%. Aumenta l'incertezza delle prospettive

NEW YORK, 07 maggio 2025, 20:57

Redazione ANSA

ANSACheck
© ANSA/EPA

© ANSA/EPA

 La Fed mantiene i tassi di interesse invariati per la terza riunione consecutiva e mette in guardia sui crescenti rischi per l'economia. Il timore che i dazi di Donald Trump possano scatenare nuove pressioni inflazionistiche danneggiando allo stesso tempo la crescita spingono la banca centrale americana a mantenere una posizione attendista prima di decidere su come procedere, a dispetto delle pressioni del presidente americano per un taglio "subito". Il costo del denaro resta così fermo in una forchetta fra il 4,25% e il 4,5%, livello raggiunto nel dicembre 2024 dopo una serie di riduzioni. La Fed "può essere paziente. "Siamo in una buona posizione per attendere maggiore chiarezza prima di decidere aggiustamenti della nostra politica. Non penso che dobbiamo avere fretta" sui tassi, sottolinea il presidente Jerome Powell.


"L'incertezza sulle prospettive economiche è ulteriormente aumentata" e la Fed ritiene che "i rischi di un'inflazione e di una disoccupazione più elevate siano aumentati", si legge nel comunicato diffuso al termine della due giorni di riunione, la prima da quando Donald Trump ha annunciato i dazi reciproci durante il "giorno della liberazione". Da allora il presidente ha concesso una pausa di 90 giorni per cercare di raggiungere accordi commerciali. Le trattative procedono con 17-18 partner commerciali, riferiscono da giorni dall'amministrazione Trump, ma finora nessun accordo è stato raggiunto. Con la Cina il negoziato deve ancora iniziare: l'appuntamento per Washington e Pechino è in Svizzera nel fine settimana per provare a lanciare un dialogo che consenta di sventare una guerra commerciale. Pur mostrandosi pronto a trattare, Trump non si è detto comunque disposto a tagliare i dazi alla Cina, attualmente al 145%, per sbloccare le trattative.


Le tariffe - secondo la maggioranza degli osservatori - faranno salire i prezzi e il nodo per la Fed è stabilire se si tratta di rialzi transitori o permanenti. In marzo Jerome Powell era apparso più propenso a parlare di effetti temporanei ma dopo l'annuncio del 2 aprile il suo tono è cambiato, lasciando intravedere come l'attenzione della Fed è più concentrata sul rischio che le pressioni inflazionistiche siano destinate a durare e non svaniscano rapidamente. "Anche se le oscillazioni delle esportazioni nette hanno influenzato i dati, i recenti indicatori suggeriscono che l'attività economica ha continuato a espandersi a un ritmo sostenuto", spiega la Fed osservando come il tasso di disoccupazione si è stabilizzato "negli ultimi mesi a un livello basso e le condizioni del mercato del lavoro restano solide. L'inflazione resta piuttosto elevata". La banca centrale "è obbligata a mantenere le aspettative di inflazione ancorata", precisa Powell


Con i dazi in grado di riaccendere la galoppata dei prezzi in modo permanente, per la Fed l'asticella per ridurre il costo del denaro si è alzata rispetto a gennaio. La banca centrale ha segnalato chiaramente che non inizierà a tagliare i tassi in modo proattivo come fatto in passato di fronte alle prospettive di un indebolimento dell'economia. E questo perché con i dazi i rischi legati all'inflazione sono più alti. La Fed probabilmente attenderà indicazioni e segnali più precisi dai dati economici ma attendere che i trend siano catturati dalle rivelazioni la espone al pericolo di un'azione tardiva e di una corsa al ribasso successiva. Nonostante la cautela della Fed, gli analisti continuano a prevedere che la banca centrale americana taglierà i tassi tre volte quest'anno, a partire probabilmente dal prossimo mese.
La politica economica di Trump fatta di dazi, tagli alla spesa e deportazioni rischia non solo di alimentare l'inflazione ma anche di danneggiare la crescita, una combinazione che indica la possibilità di una stagflazione, uno degli scenari peggiori per una banca centrale. "Al momento - mette in evidenza Powell - siamo ben posizionati per attendere maggiore chiarezza prima di considerare aggiustamenti della nostra politica". 

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza