"I dazi avranno un effetto non
devastante, ma importante. In un momento in cui i produttori e i
componentisti stanno soffrendo e questo è un ulteriore elemento
di incertezza". E' il commento del direttore dell'Anfia, Gian
Marco Giorda all'annuncio di Donald Trump. "Esportiamo
dall'Italia circa 1,2 miliardi di componenti negli Stati Uniti e
ne importiamo 230 milioni, mentre per quanto riguarda i veicoli
esportiamo tre volte quelli che importiamo. Speriamo che sia una
mossa negoziale e che ci sia spazio per fermare questa manovra.
Una vettura potrebbe costare tra 6.000 e 10.000 dollari in più
rispetto al prezzo attuale" spiega Giorda.
I dazi imposti da Donald Trump su
tutte le auto importate riguardano anche i componenti, inclusi i
motori e le trasmissioni. Le tariffe sui componenti "scatteranno
non oltre il 3 maggio", mentre quelle sulle auto completamente
assemblate alla mezzanotte del 3 aprile.
"Le stesse aziende che producono negli Usa - spiega Giorda -
avrebbero uno svantaggio perché dovrebbero acquistare da fuori
componenti che sono gravati di un dazio del 25%. Considerando
che gli Stati Uniti importano molti componenti verrebbero
penalizzate anche quelle aziende che già producono negli Usa e
che comprano componenti dall'Italia, dalla Cina e da altri
Paesi".
Il direttore dell'Anfia mette anche in evidenza l'impatto
indiretto dei dazi Usa sulla filiera della componentistica:
"vendiamo tanti componenti, circa 5 miliardi di euro, in
Germania che vanno in parte su automobili esportate in Usa. Se
ci fosse un calo delle esportazioni di vetture tedesche premium
esportate questo potrebbe avere conseguenze sul fatturato delle
nostre aziende".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA