"Ci è stato impedito di esercitare il
nostro ruolo negoziale e sono stati sottoscritti accordi che non
condividiamo nel merito" sottolineano Slc Cgil e Uilposte
spiegando di aver "depositato presso il Tribunale di Roma un
ricorso contro Poste Italiane per comportamento antisindacale
durante le trattative che hanno portato altre organizzazioni
sindacali alla sottoscrizione di tre pesanti riorganizzazioni in
ambito Dto, Mp e Pcl", digitalizzazione e innovazione
tecnologica, mercato privati per i prodotti finanziari,
logistica e portalettere, al centro di accordi con la Cisl e
sigle autonome siglati a fine novembre e inizio dicembre scorsi.
"La vicenda è purtroppo nota", sottolienano i due sindacati
annunciando il ricorso: "A seguito dell'apertura di un conflitto
di lavoro da parte di alcune organizzazioni sindacali (quelle
che, a differenza di Slc Cgil e Uilposte, hanno poi firmato gli
accordi), l'azienda ha colto l'occasione per implementare
onerosi interventi previsti dal proprio piano industriale,
all'interno di una procedura che dovrebbe invece affrontare (e
magari risolvere) problemi specifici dei lavoratori. Tale
procedura, a nostro giudizio illegittima - spiegano con una nota
- , ha di fatto estromesso Slc Cgil e Uilposte dalle trattative,
impedendoci di tutelare gli interessi dei nostri iscritti. E,
fatto forse anche più grave, ha impedito alle Rsu del
coordinamento nazionale di svolgere il proprio ruolo in
rappresentanza delle lavoratrici e dei lavoratori che le hanno
votate. La cosa più importante di tutte, ciò che ci ha spinto a
denunciare l'azienda, è che tutto ciò ha prodotto un grave danno
ai lavoratori e alle lavoratrici: le tre riorganizzazioni,
smarcate in fretta e furia dopo una trattativa approssimativa,
peggioreranno pesantemente le condizioni di vita e di lavoro dei
colleghi impattati".
Con il ricorso "si chiede non solo la condanna di Poste
Italiane per condotta antisindacale, ma soprattutto di fermare
le tre riorganizzazioni e riaprire le trattive per raggiungere
una nuova intesa che tuteli gli interessi delle lavoratrici e
dei lavoratori".
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