Donald Trump attacca la Fed. "Visto che Jay Powell e la Fed hanno fallito nel fermare il problema che hanno creato con l'inflazione, lo farò io riducendo le regole, spingendo per la produzione energetica americana, riequilibrando gli scambi commerciali internazionali e rilanciando la manifattura statunitense". Lo afferma Donald Trump sul suo social Truth, criticando la banca centrale anche per il lavoro svolto nel regolamentare le banche. "E' stato terribile", ha aggiunto assicurando che renderà gli Stati Uniti di nuovi potenti, anche finanziariamente.
La Fed inaugura l'era Donald Trump lasciando invariati i tassi di interesse. Una pausa attesa e necessaria per valutare l'andamento e le prospettive dell'inflazione dopo la serie di tagli decisi lo scorso anno. E che dimostra anche la cautela della banca centrale andando avanti, fra il rallentamento dei progressi sul fronte dei prezzi - saliti al 2,9% in novembre - e le misure della nuova amministrazione sul fronte del calo delle tasse, della deregulation e dei dazi.
"I recenti indicatori suggeriscono che l'attività economica ha continuato a espandersi a un ritmo sostenuto. Il tasso di disoccupazione si è stabilizzato su livelli bassi negli ultimi mesi, e le condizioni del mercato del lavoro restano solide", si legge nel comunicato della banca centrale americana diffuso al termine della due giorni di riunione.
"Continueremo a monitorare i dati, l'evoluzione delle prospettive e la bilancia dei rischi. Saremo pronti, se necessario, ad adeguare la politica monetaria nel caso in cui emergessero rischi in grado di impedire il raggiungimento dei nostri obiettivi, ovvero la massima occupazione e la stabilità dei prezzi, ha aggiunto la Fed. Parole ampiamente attese che non scuotono Wall Street con i listini americani che restano in territorio negativo, nervosi ancora per l'effetto DeepSeek. Se la Fed non si sbilancia e lascia intravedere la possibilità di una pausa prolungata, anche fino all'estate secondo alcuni osservatori, un taglio dei tassi da parte della Bce nelle prossime ore è dato per acquisito, con il 100% delle scommesse di mercati che puntano su una nuova riduzione da 25 punti base al 2,75%. E se lo scenario base resta per tre ulteriori riduzioni fino a raggiungere il 2%, i rischi politici potrebbero spingere Francoforte a fare di più entrando in territorio espansivo. Alla riduzione di un quarto di punto si dovrebbe aggiungere quella dello stesso ammontare fra aprile e marzo. Gli ultimi due tagli dei tassi arriverebbero uno a maggio e uno fra settembre e dicembre. In molti, tuttavia, invitano a mettere in conto la possibilità di una Bce più aggressiva. Che potrebbe sia anticipare la parte finale dei tagli entro l'estate, sia procedere a riduzioni più decise da mezzo punto per stimolare la crescita economica.
L'innesco sarebbe la messa in pratica dei dazi minacciati da Trump, così come eventuali nuove fasi di instabilità politica nelle due maggiori economie europee, Germania e Francia, che potrebbero spingere la Bce a non fermare i tassi in area 'neutrale' ma andare oltre fino a raggiungere una politica monetaria espansiva. Con riflessi che si ripercuoterebbero sulle quotazioni dell'euro: da 1,04 dollari attuali, la moneta unica, secondo diversi operatori, raggiungerebbe la parità al primo annuncio di dazi da parte della nuova amministrazione Usa. A influenzare le prossime mosse della Bce potrebbero essere comunque non solo i dazi di Trump, ma anche l'esito delle elezioni in Germania. Il governo tedesco, secondo le indiscrezioni di Handelsblatt, si appresta a tagliare le stime di crescita per il 2025 e il 2026 a +0,3% quest'anno e a +1,1% il prossimo. Una revisione che non è chiaro se tiene conto dei possibili dazi americani, che agitano intanto il Canada, sul quale la scure del presidente potrebbe abbattersi già dall'1 febbraio. Nel ridurre il costo del denaro per la sesta riunione consecutiva al 3%, la banca centrale canadese ha messo in evidenza che la minaccia di una guerra dei dazi offusca le prospettive economiche del paese. "L'economia dovrebbe rafforzarsi gradualmente e l'inflazione restare vicino al target. Ma se saranno imposti dazi significativi - ha detto l'istituto centrale -, la resilienza dell'economia canadese sarà messa alla prova".
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