Incertezza nell'avvio dei dazi, con
gli operatori che guardano soprattutto agli ordini esecutivi del
neoeletto presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, sui
dossier dell'energia e dell'immigrazione: in questo quadro i
mercati azionari del Vecchio continente si sono mossi senza una
direzione precisa.
La Borsa migliore è stata infatti quella di Parigi, che ha
chiuso con un rialzo dello 0,4%, seguita da Londra in aumento
dello 0,3%. In crescita dello 0,1% Francoforte, mentre Madrid ha
perso lo speculare 0,1% e Amsterdam lo 0,3%. Seduta leggermente
negativa anche per il listino di Milano, con l'indice Ftse Mib
che ha concluso in ribasso dello 0,23%, tenendo comunque quota
36.059 punti.
L'euro è in tenuta sul dollaro a quota 1,04, con lo spread
tra Btp e Bund tedeschi a dieci anni in discesa: il
differenziale ha concluso la seduta a 107,9 punti base con il
rendimento del prodotto del Tesoro al 3,58%.
Maggiori i movimenti sul fronte dell'energia. Il prezzo del
gas ha chiuso in netto aumento sul mercato di Amsterdam, con una
crescita del 4%, tutta realizzata nel finale di seduta, toccando
anche i 50 euro al Megawattora, mentre il petrolio è sceso di
quasi due punti percentuali tenendo con fatica i 76 dollari al
barile. Il greggio, secondo gli analisti, ha pagato soprattutto
la promessa del neo presidente Usa di ripristinare le riserve
strategiche e l'ipotesi che gli Stati Uniti smettano di
acquistare petrolio dal Venezuela.
In questo contesto, in Piazza Affari vendite su Stellantis,
che ha ceduto l'1,5%, con Eni, Tim e Monte dei Paschi in calo
dell'1,1%. Bene invece Snam salita di quasi due punti
percentuali, con Diasorin in crescita finale del 2,8% a 104
euro.
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