Il consiglio di sorveglianza di Stm
ha proposto all'assemblea dei soci, in programma il prossimo 22
maggio ad Amsterdam, la ricandidatura per un altro triennio
dell'amministratore delegato Jean-Marc Chery a componente e
presidente del consiglio di gestione del gruppo italo-francese
di semiconduttori, accanto alla conferma nello stesso organismo
del cfo Lorenzo Grandi.
La ricandidatura arriva dopo le indiscrezioni relative a una
contrarietà del governo italiano alla riconferma di Chery, a cui
viene imputato di aver privilegiato la Francia sia negli
investimenti di Stm - che ha scelto Grenoble per un nuovo sito
di produzione, sovvenzionato con 2,9 miliardi dal governo
francese nell'ambito del Chips act - sia nella governance della
società, dove i cugini d'Oltralpe avrebbero guadagnato spazio a
danno della rappresentanza italiana.
La riconferma di Chery, si legge nella documentazione messa a
disposizione dei soci, è stata decisa dal consiglio di
sorveglianza "sulla base delle sue specifiche competenze
necessarie per svolgere adeguatamente l'incarico attività di
membro del comitato di gestione" nonché in ragione della "sua
performance" come presidente e ceo "sin dalla sua prima nomina
nel 2018".
"Visto il lavoro svolto negli ultimi anni riteniamo che la
riconferma di Chery come Ceo sia positiva per l'azienda e
riteniamo che le decisioni sugli investimenti (mix geografico)
siano legate principalmente al livello dei sussidi pubblici che
i paesi forniscono sui specifici progetti ed al mantenimento di
una adeguata supply chain e non da altri motivi, come suggerito
recentemente dalla stampa", il commento degli analisti di
Equita.
Stm è controllata da Stm Holding, che ne detiene il 27,5% del
capitale e che è a sua volta controllata pariteticamente dal
governo italiano e da quello francese.
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