Sull'Ilva il Governo tira dritto verso
la cessione ai privati mentre alcune fonti danno per "imminente"
una procedura d'infrazione per "aiuti di Stato" al gruppo
siderurgico in Amministrazione Straordinaria.
"Che qualcuno amerebbe veder chiudere Taranto, è cosa nota:
ma non lo accetteremo. Per l' Italia è finito il tempo della
paura: rispetto per tutti ma paura di nessuno", ha detto chiaro
il premier Matteo Renzi rispondendo a una domanda sulla
procedura d'infrazione che sbarrerebbe la strada al risanamento
della prima acciaieria d'Europa.
A conferma che sull'Ilva si va avanti, il ministro dello
Sviluppo Economico Federica Guidi ha firmato oggi il decreto che
autorizza la cessione dei complessi aziendali e l'avvio delle
procedure per il trasferimento delle aziende che fanno capo alle
società del gruppo Ilva. Domani sui maggiori quotidiani italiani
e internazionali sarà pubblicato il bando che invita "a
manifestare interesse" all'operazione. Il tempo per la
presentazione delle manifestazioni di interesse dovrebbe essere
dal 10 gennaio al 10 febbraio e, come preannunciato da Guidi,
l'invito è rivolto ad aziende nazionali e straniere che possono
presentarsi singolarmente o associate in cordata. La cessione
potrà concretizzarsi in una vendita, ma anche in un affitto (in
questo caso la proprietà degli impianti resterebbe in capo
all'Amministrazione Straordinaria). Probabile la creazione di
una newco di cui potrebbe far parte, in quota di minoranza,
Cassa Depositi Prestiti attraverso il suo Fondo Strategico.
Quello che il Governo vorrebbe evitare, almeno stando alle
dichiarazioni del ministro Guidi, è "lo spezzatino".
"Finalmente! Finalmente il Governo ha pubblicato il bando per
trovare un acquirente della più grande acciaieria d'Europa".
Esulta il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano
avvertendo però che "l'impianto strategico per l'economia
italiana ed europea, deve continuare a produrre e dare
occupazione, senza però uccidere e far ammalare i cittadini
pugliesi". Secondo Emiliano "l'unica reale possibilità di
conciliare esigenze produttive e di salute è la trasformazione
della fonte energetica fondamentale (dell'Ilva) dal carbon coke
al gas". I 20 miliardi di metri cubi di metano provenienti
dall'Azerbaigian, insieme ai giacimenti recentemente scoperti in
Egitto dall'Eni e a quelli in esercizio in Basilicata
"potrebbero assicurare all'Ilva - aggiunge Emiliano - forniture
di gas illimitate" facendo dell'acciaieria di Taranto, la prima
d'Europa e "una delle poche compatibili con l'ambiente e con la
salvezza del pianeta e dei suoi abitanti".
Intanto, subito dopo la Befana, il 7 gennaio, si chiuderà in
commissione Attività produttive della Camera l'esame del nono
decreto Ilva contenente proprio le disposizioni sulla cessione
dei complessi dell'Ilva a privati, l'11 gennaio, il
provvedimento arrivera' in Aula. Il decreto mette sul piatto un
prestito ponte da 300 milioni di euro che l'aggiudicatario della
gara "dovra' restituire allo Stato maggiorato degli interessi" a
tassi di mercato. Una formula che, secondo i tecnici del
governo, dovrebbe escluderne la natura di aiuto di Stato.
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