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(di Maria Grazia Marilotti)
NICOLA MUSCAS 'UN AMORE DI
CONTRABBANDO' (Strade blu Mondadori, pag. 252, Euro 18,50)
Viaggio alla ricerca del mito, tra realtà e invenzione, sulle
tracce di un eroe moderno, un'icona del nostro tempo. In "Un
amore di contrabbando" - Gigi Riva, una vita in rovesciata, il
suo nuovo romanzo edito Strade blu Mondadori, Nicola Muscas,
giornalista e scrittore cagliaritano, propone un insolito
ritratto corale di un calciatore entrato nella leggenda.
Nel libro Leonardo Carboni, alter ego dell'autore, in crisi
creativa, racconta il suo tentativo di ricostruire la figura di
un genio del pallone attraverso testimonianze, frammenti di
interviste, ricordi e aneddoti di chi ha conosciuto e
frequentato il campione nelle varie fasi della sua vita,
dall'infanzia e la giovinezza fino ai trionfi sul campo alla
maturità, raccolti in una sorta di pellegrinaggio in giro per
l'Italia. E attraverso queste voci, dichiarazioni autentiche o
verosimili, restituire una storia vera, quella di Riva, con le
tessere di un mosaico d'invenzione. Un espediente per rendere
omaggio all'artefice di goal inimitabili e imprese ai limiti
dell'umano: Muscas intreccia, in questa costruzione meta
letteraria, cronaca e romanzo per rievocare tra le righe
l'immagine di Rombo di tuono.
Un fuoriclasse che lo scrittore non ha mai visto giocare,
vissuto attraverso i ricordi di suo padre, mancato anche lui
troppo presto, come il padre del grande goleador diventato un
punto di riferimento per la Sardegna, grazie alle sue imprese
calcistiche dentro e fuori dal campo: famoso il suo no alle
grandi del calcio, simbolo del riscatto per un'intera Isola. E
forse il fil rouge della narrazione sta in questo desiderio di
incontrare anche in forma indiretta questa figura che ha unito e
unisce diverse generazioni e che ha fatto parte della mitologia
di famiglia.
Nella sua inquietudine, Leonardo Carboni, cronista sportivo e
romanziere, parte per 'incontrare' il protagonista di un libro
ancora da scrivere. E da Cagliari a Leggiuno, da Legnano a
Varese, da Carloforte a Torino, è univoca la memoria collettiva,
il ricordo di un calciatore che, come ogni artista, si è
inventato un modo suo di giocare, inimitabile. Una scrittura
densa di rimandi e citazioni quella di Nicola Muscas, che
intreccia lo slang cagliaritano del suo alter ego a definizioni
folgoranti come quella del "poeta realista" forgiata da
Pasolini, o l'omaggio di Maria Lai che lo chiama "artista" per
finire con quelle dei suoi interlocutori che incrocia in questa
emozionante avventura editoriale itinerante.
"Oggi, lunedì 22 gennaio, è morto Gigi Riva". L'autore parte
da quel lutto collettivo del 2024, che ha unito con una
straordinaria forza coesiva una regione e una città: "quando è
scomparso Riva è come se fosse scomparsa la spiaggia" del
Poetto. Il gesto istintivo e da acrobata, passato alla storia
come "rovesciata di Vicenza", viene rievocato con le parole di
Francesco Palmieri. Scorrono le sequenze di un ideale flashback
cinematografico, la telecamera si sofferma sul campetto di
calcio dei primi tiri a pallone, sul collegio e "quegli anni
rubati", sul primo stipendio da calciatore: 37mila lire al mese,
e quei 37 milioni messi sul tavolo da Andrea Arrica per portare
all'Amsicora quel "sinistro poderoso". Da qui la gioia della
Sardegna tutta, a cui Riva ha regalato molto più dello storico
scudetto.
Infine le passeggiate in centro dell'eroe silenzioso, in una
Cagliari discreta come lui. E se, come scandiscono in coro i
tifosi, "c'è solo un Gigi Riva", e lui è una figura leggendaria
che ha saputo essere sia Rombo di tuono che Hombre Vertical, nel
giustificare la sua ricerca e cercare di spiegare a se stesso la
necessità che lo spinge, Carboni alias Muscas sembra suggerire
che "Forse, come qualche volta succede, abbiamo bisogno di
vederci negli specchi degli altri, di camminare con le loro
scarpe, di osservare le loro cicatrici, per capire che - in
qualche misura - gli altri parlano di noi".
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