(di Paolo Petroni)
IVAN BUNIN, ''IL SIGNORE DI SAN
FRANCISCO E ALTRI RACCONTI'' (ADELPHI, pp. 244 - 20,00 euro -
Traduzione di Claudia Zonghetti).
Una pubblicazione che speriamo serva a riscoprire Ivan Bunin
(1870 - 1953), autore russo di grande finezza, capace, come nel
bellissimo racconto che dà il titolo a questa raccolta, in gran
parte scritta a Capri attorno al 1911, a dare al breve resoconto
di un viaggio di un americano con moglie e figlia nella vecchia
Europa e alla sosta a Napoli e Capri una valenza di viaggio
esistenziale, il sapore malinconico, tra aspettative, imprevisti
e delusioni, di un anonimo vivere che va inevitabilmente verso
la morte, senza lasciare tracce o ricordi notevoli (il
protagonista non ha nemmeno un nome).
Nonostante un premio Nobel per la letteratura nel 1933 e che
a fargli da amico e padrino artistico sicuro del suo valore era
stato Anton Checov, l'opera di Bunin fu messa in ombra per le
sue origini aristocratiche e la sua aperta e dura opposizione a
Lenin e ai ''giorni maledetti'' (come si intitola un suo diario
di quel periodo) della rivoluzione bolscevica, tanto da lasciare
la Russia nel 1920 vivendo da esule a Parigi e in Provenza e,
spesso, in Italia, dimostrando comunque poi il proprio impegno e
coraggio, aiutando e nascondendo artisti ebrei durante
l'occupazione nazista della Francia.
I suoi racconti, che affascineranno il lettore, nascono da
una grande varietà di spunti (pare che ''Il signore di San
Francisco'' sia nato dopo la lettura di ''Morte a venezia'' di
Thomas Mann) e alla sostanza realistica che esprimono con una
lingua lieve e precisa riescono a dare una forza, una tensione
sentimentale e lirica, un simbolismo mai esplicito, ma che ha la
sua intrinseca valenza nel dare un senso non occasionale alla
pagina.
L'arte di Bunin è nel saper raccontare senza psicologismi, ma
accumulando una serie di piccole notazioni, allineando fatti e
spiccioli di conversazione, del ricco uomo d'affari di San
Francisco come di miserabili contadini violenti e dediti
all'alcol che, nell'altro, pregevolissimo racconto ''Una
conversazione notturna'', contenti di avere la sera con loro,
curioso di conoscerli e di ascoltarne le colorite storie, il
''Padroncino'', il figlio del proprietario, che inopinatamente
si troverà a fare i conti col loro aspro vivere abbrutiti dalla
fatica e per i quali la vita e la morte non hanno più un valore.
A questi aggiungerei, ma senza voler far torto agli altri qui
raccolti, ''Il respiro breve'' il cui tema è l'amore, racconto
lieve e minuzioso su quel desiderio assoluto ''di accogliere nel
proprio cuore tutto il mondo visibile e invisibile prima di
farne dono a qualcun'altro''.
Si scopre ogni volta l'abilità di racchiudere in una
narrazione breve la molteplicità di atmosfere e situazioni di un
intero romanzo, della ricerca impossibile e spesso sbagliata di
una felice serenità con un finale pacatamente, naturalmente
tragico, ovvero segnato dalla morte, tutto scritto con una
precisa, limpida musicalità che si adatta ai vari personaggi o
ambienti.
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