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Leveratto ci cura con la musica

Leveratto ci cura con la musica

Un brano, un compositore per ogni malattia, mania, passione

ROMA, 03 dicembre 2014, 12:51

Paolo Petroni

ANSACheck

La copertina del libro di Pietro Leveratto 'Con la musica ' - RIPRODUZIONE RISERVATA

La copertina del libro di Pietro Leveratto  'Con la musica ' - RIPRODUZIONE RISERVATA
La copertina del libro di Pietro Leveratto 'Con la musica ' - RIPRODUZIONE RISERVATA

PIETRO LEVERATTO, 'CON LA MUSICA' (SELLERIO, pp. 358 - 16,00 euro). C'è il celebre cane de La voce del padrone, seduto davanti alla tromba di un grammofono, sulla copertina di questo libro che parla di musica e musicisti, ma soprattutto del senso e del bene che può fare la musica, se si riesce a dipendere da lei.
    L'autore di queste "note e storie per la vita quotidiana", come recita il sottotitolo, Pietro Leveratto, 50enne genovese, contrabbassista jazz, compositore, arrangiatore e docente al conservatorio, è un ottimo affabulatore e della musica ama tutto, non solo le note, ma la vita di chi le ha scritte, epoche e suggestioni, che usa per spiegare come certi brani, nati in certo modo, o di autori dalla vita particolare, possano aiutare a star meglio.
    Lo scorso anno sempre Sellerio aveva tradotto 'Curarsi con i libri' di Berthoud e Elderkin, vero e proprio dizionario di malattie e disturbi per affrontare i quali si consigliavano letture varie e se ne raccontava il senso e il contenuto. Come quello era libro da leggere per scoprire storie e libri (oltre che per curarsi?), questo di Leveratto è libro da leggere per scoprire il meraviglioso mondo della musica, dalla vita breve ma intensa del francese Gardel, divenuto icona del tango argentino, alla storia particolare di Prokofiev e del suo Concerto n. 2 per piano e orchestra, la cui partitura, perduta nella rivoluzione del '17, venne ricostruita a memoria. Ma non basta, perché di quel concerto ci viene fatta un'appassionata spiegazione-introduzione all'ascolto, chiara e avvincente, il tutto sotto la voce 'Sentirsi giovani oppure esserlo sul serio'.
    Anche questo volume è infatti composto come una sorta di enciclopedia con le voci in ordine alfabetico, e se si va da 'Agorafobia', per affrontare la quale sono proposte tre musiche (di John Cage, Morton Fledman e Karlheinz Stockhausen), a 'Tosse' ("tipico malanno di stagione, solitamente quella sinfonica") che, si sostiene, si accanisce specie negli adagio o i pianissimo e, per guarire, c'è bisogno del 'Lonely Tunes Theme' di Carl Stalling scritto per i cartoon di Duffy Duck e Wile Coyote, perché un colpo di tosse tra un glissando di xilofono e una mazzata fortissima sulla grancassa "potrebbe pure essere di nessun disturbo". Naturalmente il gioco è più variegato e, così, le ultime due voci del libro sono 'Voler suonare la chitarra' e, dulcis in fundo, 'Vulcaniani e altri extraterrestri', che ci introduce alla musica anni '70 di George Clinton and the Parliament, che poi si unirono ai Funkadelic, che hanno spettacolarizzato le loro esecuzioni dal vivo. Clinton arriva sul palco a bordo di un'astronave (una sorta di cadillac da pappone astrale, annota Leveratto) dove Bootsy con cappello a cilindro suona un basso a forma di stella a 5 punte, Woller è abbigliato "come un incrocio tra un trekker e Sun Ra, per non dire di Garry Schider che si esibiva coperto solo da un pannolone", con dietro tutto questo una propria filosofia, l'arrivo sulla Terra dell'Holy Funk, sorgente d'energia vitale. Del resto, conclude l'autore, la fantascienza fu importante in quegli anni e a bordo dell'Enterprise di Star Trek razze diverse collaborano a un fine comune, proponendo al pubblico Usa il primo bacio interraziale televisivo, tra il bianco capitan Kid e la nera Uhura, pochi mesi dopo l'uccisione di Martin Luther King.
    Da notare, tra le voci 'Inappetenza', 'Insonnia' o 'Solitudine', un insolito 'Paura della musica', per le persone melofobiche, con consigli di brani particolari per arpa, usati in una clinica, sapendo che basta avere "anche un'idea vaga del repertorio per arpa solista, per aver presente come probabilmente il silenzio possa essere comunque preferibile", con l'eccezione però della Sonata per flauto, viola e arpa di Debussy. Così, se c'è 'Gelosia', troviamo pure 'La discoteca di Babele' di borghesiana memoria, come una nota su 'Il quinto Beatle' su Web, leggende metropolitane e una confusione in cui Theodor Adorno viene scambiato per il proprietario dei diritti delle canzoni dei 4 di Liverpool. Un mondo di curiosità, conoscenze e sguardo ironico di piacevolissima lettura, per capire come amare la musica e perché.
   

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