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Il selvaggio Billy di David Almond

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Il selvaggio Billy di David Almond

Il nuovo romanzo alla Kaspar Houser del Premio Andersen

ROMA, 01 aprile 2014, 11:14

Mauretta Capuano

ANSACheck

La vera storia del Mostro Billy Dean di David Almond - RIPRODUZIONE RISERVATA

La vera storia del Mostro Billy Dean di David Almond - RIPRODUZIONE RISERVATA
La vera storia del Mostro Billy Dean di David Almond - RIPRODUZIONE RISERVATA

    DAVID ALMOND, LA VERA STORIA DEL MOSTRO BILLY DEAN (SALANI, PP 286, EURO 13,90). Un linguaggio fatto di suoni, a tratti incomprensibile, selvaggio. E' la nuova sfida di David Almond, il vincitore dell'Hans Christian Andersen, il premio Nobel della letteratura per ragazzi, che con i suoi romanzi tra cui 'Skellig' ha conquistato adolescenti e adulti. Nel suo ultimo libro 'La vera storia del mostro Billy Dean' (Salani) racconta la vicenda, un pò alla Kaspar Hauser, di un ragazzino, figlio di un amore proibito (il padre è un prete), che vive per anni nel segreto di una stanza murata nella cantina della madre. E quando esce è sopraffatto dalla realtà che lo circonda, violenta, incomprensibile per lui, finchè non scopre di avere un dono speciale.
    "Come mi è accaduto altre volte, ho sentito una voce nella mia testa, era una voce molto forte, quella di Billy. Lui non sa nè leggere nè scrivere e quando lo fa le parole diventano come i suoni. Il linguaggio di Billy è fonetico e ho sentito che dovevo seguirlo, che doveva essere così" spiega all'ANSA Almond che vive nel Nord dell'Inghilterra con la sua famiglia, è da poco diventato il direttore artistico del Bath Festival of Children's Literature e recentemente è stato in Italia per partecipare al Festival Internazionale del Libro per ragazzi di Bologna.
    "Io ero una vergogna segreta e un tipo timido chiuso tonto silenzioso e sprovveduto che ha imparato a leggere scrivere e sillabare..." racconta Billy che nel corso della storia migliora, aiutato da un macellaio e da alcune persone che gli vogliono bene, e con lui la sua scrittura si fa sempre più chiara.
    "La sua storia è inventata ma ad ispirarmi è stato, in un lungo e strano modo, il film L'enigma di Kaspar Hauser di Werner Herzog che ho visto 25 anni fa e a cui ho sempre pensato. Mi era rimasta impressa la storia di quel ragazzo selvatico, lasciato a se stesso. E poi - racconta Almond - ho sempre lavorato molto sulla lingua, sul significato e su come vengono usate le parole".
    A salvare Billy, il più dark dei personaggi di Almond, è la sua capacità di vedere la bellezza anche nelle cose brutte, e questo porta felicità. Così, quando esce dal mondo buio in cui è stato rinchiuso si trova in una realtà post-apocalittica e riesce a trovare il bello anche in questa distruzione. " Sono stato influenzato da quello che è accaduto o succede intorno a noi, come la follia delle bombe in Iraq. Quando Billy esce dalla stanza in cui è stato prigioniero è come se nascesse una seconda volta. Billy è il simbolo dell'innocenza e della bellezza, è l'unico che può ridare speranza in questo mondo che sta crollando. Io - dice Almond - sono in fondo un'ottimista". E anche se nei suoi libri, da 'Mina' a 'Il grande gioco', ci sono sempre situazioni estreme con cui fare i conti è vero anche che ad un certo punto arriva una luce mai banale. "Dalle tenebre alla luce, come nella Bibbia. Sono i giovani - ci tiene a precisare lo scrittore - la speranza. Gli unici che possono ricreare un mondo migliore di quello che abbiamo fatto noi. Mia figlia ha 16 anni e sono ottimista che possa farlo".
    Infine, il Bath Festival of Children's Literature è per lo scrittore una grande occasione per "scoprire quanti libri per ragazzi e adolescenti esistono al mondo. E vorrei portare anche autori italiani".
   

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