spiega il regista russo classe 1937 che sta girando in Toscana il suo ultimo film dal titolo Il peccato -.
Uno dei momenti più terribili nella storia della nostra generazione è l'ascesa del nazismo e l'annientamento di milioni di ebrei e di coloro che non rientravano nell'immagine di un "ideale" "paradiso" tedesco.
Queste atrocità hanno messo allo scoperto gli abissi della natura umana predisposta al male, e nonostante le vicende siano avvenute nel passato, lo stesso tipo di ideologia radicale e piena di odio appare ancor oggi, minacciando vite umane e la sicurezza di tante persone in tutto il mondo". L'uso del bianco e nero, spiega il regista che a Venezia vinse il Leone d'argento anche nel 2014 per Le notti bianche di un postino, ''è stato necessario anche per le scene dei campi di concentramento. Se avessi girato a colori tutte queste persone in pigiama a strisce avrebbero fatto pensare al Nabucco, avrebbero banalizzato l'olocausto. La violenza dello spirito è resa meglio dal bianco e nero. E anche per quanto riguarda il dolore - conclude - è troppo facile renderlo con una testa mozzata, ci vuole invece un pubblico che diventa il tuo coautore, che immagina con te''.-
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