"Gli anni passano ma di Coliandro non mi stanco mai. Nelle nuove puntate c'è una forte componente di azione, che per me è sempre rapportata a una certa fatica fisica. All'inizio della serie avevo 28 anni, ora ne ho 46. E' un ruolo faticoso le riprese sono lunghe si gira quasi sempre in notturna. Allo stesso tempo è un personaggio che mi ha dato tanto, mi diverte e commuove, è sempre stato avanti fin dalla prima stagione. E' inevitabilmente da qualche parte dentro di me". Parola di r che ritorna, nei panni del poliziotto piu' pasticcione, testardo, generoso, inconsapevolmente comico e ostinatamente incorruttibile tra tutti gli eroi televisivi. Quattro nuove avventure, nate dalla penna noir, ironica e graffiante di Carlo Lucarelli, saranno protagoniste della prima serata di Rai2, dal 15 settembre per la regia fuori dagli schemi e ritmata dei Manetti Bros che questa volta sono affiancati da una donna Milena Cocozza. Prodotta da Garbo Produzioni. Morelli, che di Coliandro è il volto e l'anima dal lontano 2006, è anche l'attore feticcio di Marco e Antonio Manetti che lo hanno voluto non solo per la serie che gli ha regalato successo ma anche nel film 'Ammore e malavita' (era Ciro, un criminale con una malinconia di fondo) e ancora prima nella commedia neomelodica 'Song'e Napule' (2013). "Con i fratelli ci capiamo al volo sul set". Morelli è impegnatissimo nelle fasi finali del suo secondo film da regista di cui sono in questi giorni terminate le riprese che dopo l'esordio di "7 ore per farti innamorare" (con Serena Rossi), è tornato dietro la macchina da presa con "Falla girare", un film d'azione che lascia spazio alla commedia. Uscirà in sala quando? "Questo non lo so, me lo auguro, anche se le piattaforme ci hanno salvati durante il lookdown, vedere un film al cinema è un'altra cosa.
Me lo auguro, intanto devo vederlo montato e definire molte cose ho collaborato anche alla sceneggiatura. Tornando a Coliando perché piace tanto al pubblico? "E' il contrario di tutti gli eroi polizieschi televisivi. Il successo e il suo appeal risiedono nel fatto che chi lo guarda si identifica con i suoi problemi, le sue piccole difficolta' nel quotidiano i suoi difetti. E' uno che magari perde le staffe, e ci sta in questo mondo dove oggi dobbiamo essere tutti politicamente corretti. Impossibile non provare simpatia per lui, Coliandro è uno di noi". Insomma aggiunge Morelli le sue avventure "sono un modo per analizzare e raccontare, per prendere in giro, ma anche per denunciare, le trasformazioni e le contraddizioni della nostra società, con tutti i pregiudizi, la ferocia, la metà criminale e non solo, che mettiamo in scena. Dopo tanti anni non è tentato di dire stop Coliandro forse è ora di darci un taglio? "Io lo - risponde - lo sento ancora attuale, ha ancora tanto da raccontare. E poi Coliandro non ha dei fan, ma degli ultras. fa bene anche al turismo della città secondo un sondaggio fatto. Quando nel 2010 fu bloccato mandarono lettere di protesta alla Rai. Per i sei anni che non ho fatto Coliandro, era un tormento. C'è gente che va a Bologna e si fa fotografare vicino alla casa di Coliandro". Si ma Coliandro è anche sfortunato in amore: "una frana con le donne, anche se certe volte guardandolo meglio... ma sì dai, per alcuni aspetti, finisce per cacciarsi in situazioni surreali. Lui vorrebbe una storia seria. Poi fiisce da solo sul divano a mangiare cibo scongelato nel microonde". Poi aggiunge l'attore, la seconda caratteristica è l'impostazione narrativa che permette a questa serie di essere quasi paragonata a una vera e propria collana di film. Ognuno diverso tra l'altro, ognuno che ti permette di viaggiare in mondi unici, di "sperimentare" spaziando tra generi diversi tra loro pur restando sempre fedeli e coerenti all'idea originale che sta dietro la serie. In ognuna di questi quattro nuovi episodi oltre agli attori fissi (Paolo Sassanelli; Veronika Logan; Alessandro Rossi; Caterina Silva; Benedetta Bimatti; Luisella Notari), troviamo dei protagonisti di puntata.
Nel primo episodio 'Intrigo maltese', Sabrina Impacciatore in quelli di Thea, reporter investigativa, progressista e liberal.
Morelli una curiosità ma è vero che faceva il prestigiatore? "Da ragazzino avevo questa fissa di Silvan mia madre esausta mi ha iscritto a una scuola per professionisti prestigiatori, ma andavo anche regolarmente alle medie poi al liceo. Poi ho lasciato perdere. Ma non l'ho mai fatto per mestiere, era un hobby, qualche trucchetto, ancora lo ricordo. Però ad esempio ho dimenticato come si gioca a carte, o meglio a scopa, briscola, una volta su un set dovevo fare una scena e non mi ricordavo assolutamente il punteggio. Mi hanno preso in giro tutti''.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA