(ANSA)- ROMA, 15 DIC - La tela di Brera? "Se quello fosse Caravaggio oggi non staremmo qui a raccontarne la grandezza". Reduce da mesi di battaglie combattute sul fronte del No per il Referendum Costituzionale del 4 dicembre, Tomaso Montanari parla del suo ultimo lavoro, un monumentale ciclo di 12 puntate dedicate al Merisi in onda dal 16/12 ogni venerdì alle 21.15 su Rai5. E intanto sorride: "raccontare la rivoluzione di Caravaggio è la cosa più politica che ho fatto".
In bocca al critico toscano, appassionato militante sui temi della Costituzione, della difesa del paesaggio, della gestione della cultura e la tutela dei beni comuni, il richiamo alla politica non stupisce. Ma per capire davvero cosa abbia voluto dire, bisogna vederlo al lavoro davanti alle telecamere che lo seguono dalla celeberrima Cappella Contarelli di San Luigi dei Francesi a Roma all'Oratorio di San Lorenzo, la chiesa palermitana dove nel 1969 gli uomini della mafia trafugarono la Natività mai più ritrovata. O dalle strade della Lombardia dove il giovane Michelangelo si è formato come pittore, a Berlino, dove alcune delle sue tele più belle sono andate distrutte nel '45 in un drammatico e ancora misterioso incendio. E poi a Malta, in Sicilia, a Napoli, in Toscana, sulla spiaggia della Feniglia dove la tradizione vuole che il genio abbia trovato la morte.
Un viaggio accompagnato da un racconto incalzante e pieno di suggestioni, che però parte sempre dall'analisi scientifica dell'opera, illustrandone la composizione, il linguaggio, il contesto storico, dando spazio alle fonti, al punto di vista dei critici di oggi e ai contemporanei di allora. In pratica una lunga, appassionata, lezione che dalla cattedra universitaria ("Sono due anni che faccio corsi su Caravaggio") scende in strada. Puntando a coinvolgere un pubblico ben più ampio di quello delle aule scolastiche o degli appassionati, senza eludere prese di posizioni critiche sulla autografia dei quadri o sul mercato dell'arte.
"Lo diceva il grande Roberto Longhi, gli storici dell'arte devono essere popolari, condividere la loro conoscenza con tutti- si accalora lui- l'arte non è intrattenimento". Da qui il tentativo di dare prima di tutto largo spazio alle opere, seguendo un percorso cronologico, per raccontare al di là del mito e delle banalizzazioni imperanti, "La vera natura di Caravaggio", spiegando gli elementi eversivi della sua pittura, raccontando la profonda rivoluzione di cui è stato artefice, indagando il rapporto con la committenza. Una rivoluzione, spiega, che parte dalla sua voglia, capacità e coraggio di "dire la verità" ad ogni costo, dall'urgenza "di dire quello che sentiamo". "La verità sul corpo, innanzitutto - sottolinea Montanari - sulla sua sporcizia e fragilità, sul dolore, sulla morte, ma anche sulla voglia di ribellione e di libertà. Nella storia, sempre conformista, Caravaggio è stato l'anticonformista per eccellenza". Ad aiutare il racconto, una fotografia in 4k che sembra entrare nelle tele, seguendo i tratti del pennello, illuminando i particolari, dai piedi laceri dei pellegrini alle vene gonfie della Vergine morta, il dito sporco di San Tommaso che entra nel corpo ferito del Cristo, fino all'urlo di dolore e alla bocca spalancata di Isacco, che il padre Abramo è pronto a sacrificare: "una bocca aperta che apre un'intera stagione di bocche aperte", spiega Montanari, mostrando in sequenza l'Anima dannata di Bernini, scultore al quale lo storico ha dedicato una larga parte dei suoi studi e un altro ciclo di trasmissioni andate in onda a gennaio 2015 sempre su Rai5. "Quella volta abbiamo avuto un discreto successo, spero di replicare", dice oggi, "per me il servizio pubblico deve fare questo". E gli studiosi, sostiene, devono sforzarsi di incontrare il grande pubblico, "altrimenti non serviamo a nulla". Anche questa è politica.
"La vera natura di Caravaggio" è prodotto da Land Comunicazioni per Rai Cultura. La regia è di Luca Criscenti, la fotografia di Francesco Lo Gullo.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA