La sintesi folgorante di quindici
anni di storia italiana, con la cifra satirica di Marco
Travaglio. Il giornalista e scrittore sarà protagonista il 6 e
il 7 maggio alle 21 al Teatro Massimo di Cagliari sotto le
insegne del Cedac Sardegna con "I Migliori Danni della nostra
vita". Un titolo "rubato" a una canzone di Renato Zero, per lo
spettacolo che racconta come i poteri forti abbiano "ribaltato
il voto degli italiani ogni volta che chiedevano un cambiamento"
per realizzare una sorta di moderna "restaurazione" "facendo
risorgere l'Ancien Régime".
Il giornalista e scrittore si sofferma sul ruolo fondamentale
dell'informazione e sul potere dei mass media, in un'epoca in
cui il costante flusso di notizie rende difficile l'analisi e la
comprensione degli eventi, tra il proliferare di fake news. Dopo
i libri, la Tv, i giornali, Travaglio sceglie il mezzo più
antico. "Il teatro è un privilegio perché ti dà la possibilità
di approfondire gli argomenti, puoi dare una visione d'insieme,
legare i puntini, fare dei ragionamenti su quello che è successo
in questi ultimi 15 anni per dare un senso a quello che, come
dice Vasco Rossi, un senso non ce l'ha".
Ne "I Migliori Danni della nostra vita" Travaglio mette
inoltre l'accento su "l'eterna sovranità limitata dell'Italia
genuflessa ai falchi europei e agli Stati Uniti, che ci
trascinano regolarmente in guerra contro i nostri interessi a
suon di bugie". Parla poi del rapporto col pubblico. "Con
piacere, noto che sempre più giovani, anche diciottenni seguono
i miei reading. Soprattutto è interessante come le persone
reagiscono, perché avverti immediatamente la distrazione mentre
poi ci sono dei momenti che non ti aspetti in cui senti una
tensione e un'attenzione molto superiore. E' importante tenere
il polso di lettori e spettatori", aggiunge.
Il pensiero di Travaglio si sofferma anche sulla figura di
Papa Francesco: "io l'ho seguito da credente laico quale sono e
l'ho trovato sempre molto rispondente all'insegnamento
evangelico, quindi non ho mai capito lo stupore che lo
circondava ogni volta che diceva praticamente le stesse cose che
dice Gesù Cristo; che avrebbe dovuto fare se non preoccuparsi
degli ultimi e dei poveri o dichiararsi contrario alle guerre? E
non si rivolgeva solo ai cattolici, perché non basta predicare
il Vangelo a chi già ci crede, ma il senso della missione
ecumenica è portare il suo messaggio nel mondo".
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