Faust di Charles Gounod debutta in
una nuova produzione del Teatro Massimo di Palermo, il 19 marzo
alle 20. Regia di Fabio Ceresa e direzione di Frédéric Chaslin,
arrivato ieri da Parigi e per la prima sul podio palermitano:
"Forse lo scirocco mi ha spinto più velocemente", scherza.
Chaslin sostituisce il maestro Daniel Oren che ha avuto problemi
di salute. Per metà italiano (la madre era genovese), della
nostra cultura musicale ha conservato "la flessibilità, la
capacità di adattamento anche nelle emergenze - spiega -, il
gusto del 'rubato' che è poi flessibilità nel tempo, la
perfezione del fraseggio, tipica delle orchestre italiane".
Chaslin è anche un ottimo pianista e a soli 10 anni suonò
l'organo di Notre Dame. Compositore eseguito ovunque, tra i suoi
maestri ricorda "primo tra tutti Franco Ferrara, palermitano: in
una sua masterclass a Parigi io facevo da pianista ma anche
autista; poi Pierre Boulez, Daniel Barenboim e altri hanno
lasciato una traccia in me".
La regia di Fabio Ceresa fa riferimento al satana nelle vesti
di Woland de Il maestro e Margherita di Michail Bulgalkov,
romanzo scritto lungo gli anni Trenta in Unione Sovietica, in
pieno stalinismo. L'opera - rappresentata per la prima volta nel
1859 al Théâtre Lyrique di Parigi - tra treni che svettano e
orologi che segnano il tempo, nella regia di Ceresa è ambientata
proprio nei Trenta del Novecento. "Non so se il diavolo sia mai
andato via da Mosca - dice il regista - ma in caso contrario
dovrebbe tornarci per sovvertire il regime antidemocratico. È
impensabile che quello che dovrebbe essere il leader del mondo
democratico, il signor Trump, faccia affari con il guerrafondaio
e sbeffeggi un eroe di guerra come Zelensky. Ovviamente nello
spettacolo troviamo la storia di Faust che chiede al diavolo
l'eterna giovinezza, ma io ripenso spesso a Goethe che fa dire a
Mefistofele: 'Una forza che vuole sempre il male che finisce col
fare il bene', ma in Goethe Mefisto è un personaggio comico,
ironico. Nella realtà non c'è più nulla di simile".
Nel secondo atto c'è una scena fatta di orologi che rimanda
alla frase più bella del Faust goethiano: "Potessi dire
all'attimo, fermati, sei bello". Presenze celebri nel cast, che
annovera Ivan Ayon Rivas nel ruolo di Faust, tenore dagli acuti
importanti e il Mefistofele di Erwin Schrott, uno dei bassi più
affascinanti del panorama lirico. Margherita è la palermitana
Federica Guida, che segna una tappa importante della sua
carriera. Il coro è diretto da Salvatore Punturo. Repliche fino
al 25 marzo.
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