Il pianista Igor Levit, ebreo di
origine russa naturalizzato tedesco, è volato in Israele ha
suonato per i ricoverati dell'ospedale Ichilov di Tel Aviv. "Ci
sono ovunque manifesti di persone scomparse - ha detto oggi all'
ANSA -. Ragazzi, bambini, anziani, malati. Ovunque qui sono
appesi questi manifesti e queste foto. E nessuno giace a terra
strappato. Non uno solo. È solo uno dei tanti, tantissimi motivi
per cui stare qui è più facile che stare a casa. Si può piangere
ed essere, proprio così, senza ma''. Dopo la strage compiuta da
Hamas il 7 ottobre, il musicista, conosciuto anche per l'
impegno politico ambientalista contro il razzismo e l'
antisemitismo, aveva espresso il desiderio di tornare ad
esibirsi in Israele, dove recentemente aveva tenuto concerti.
''Non importa se la sala è bella o brutta, in questo momento lo
farei anche negli ospedali'' aveva detto all' inizio di novembre
a Roma, ospite della stagione sinfonica di Santa Cecilia.
Sentendosi tradito anche dalle reazioni di settori dell' area
progressista che in nessun modo hanno mostrato empatia con il
popolo ebraico per quello che ha definito ''un attacco non
contro lo Stato di Israele ma contro tutti gli ebrei'', Levit
aveva affermato: ''Nulla di ciò che è accaduto prima mi ha reso
ancor più consapevole di essere ebreo e di far parte del mondo
ebraico di quanto è successo nelle ultime settimane''.
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