"Un contratto scaduto da vent'anni.
Dipendenti con salari bassissimi, malgrado le elevate
professionalità tecniche e artistiche. Lavoro precario. Norme
inefficaci e incoerenti. Ecco perché il sindacato proclama lo
sciopero di tutto il personale delle Fondazioni
lirico-sinfoniche italiane". A partire da sabato 21 ottobre
salterà la prima di ogni produzione. La protesta, indetta da
Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil e Fials-Cisal, andrà avanti
finché la trattativa per il rinnovo del contratto collettivo
nazionale di lavoro non si concluderà nel più soddisfacente dei
modi.
"Ci aspettiamo - auspica Sabina Di Marco, segretaria
nazionale Slc-Cgil - che il governo agisca in maniera
conseguente alle reiterate dichiarazioni sul valore delle
Fondazioni e sul ruolo culturale che esse svolgono nel
promuovere il nostro Paese nel mondo". Valore e ruolo che, se
riconosciuti, vanno tradotti in "una dotazione economica
adeguata nel rinnovo di questo contratto".
"Garantire stanziamenti e risorse al settore dello spettacolo
e della cultura significa - chiosa Di Marco - essere capaci di
coglierne anche il grande potenziale economico. Significa avere
un approccio moderno allo sviluppo".
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