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Scala: Viotti, teatri vuoti, parlo per avvicinare il pubblico

Scala: Viotti, teatri vuoti, parlo per avvicinare il pubblico

Giovane direttore alla prova aperta con studenti e migranti

MILANO, 23 febbraio 2022, 16:45

Redazione ANSA

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La musica classica è come l'alta cucina: se lo chef viene e ti spiega il piatto che ha preparato riesci ad apprezzarlo meglio. E Lorenzo Viotti un po' chef di musica classica si sente, o per lo meno si serve spesso di metafore culinarie, come questa, per spiegare che bisogna avvicinare il pubblico al teatro. "Con il Covid ho visto una realtà pericolosa per la classica perché il pubblico non viene. Non è così a Milano, ma in altri Paesi ho fatto concerti, ad esempio con la Gewandhausorchester.
    dove non c'era nessuno, e i pochi che c'erano avevano i capelli bianchi" dice dopo aver diretto la Filarmonica nella prova generale aperta del concerto in programma il 24 febbraio. Prova a cui hanno assistito studenti, under 30 e invitati del servizio di promozione culturale del Comune, fra cui un gruppo di donne immigrate. Si tratta della seconda prova aperta che la Scala è tornata a riproporre dopo quella diretta da Riccardo Chailly lo scorso 17 gennaio. Jeans grigi, maglione rosa, scarpe da ginnastica rosse come il cappellino da baseball, Viotti ha il look perfetto per parlare ai giovani come lui, che a 32 anni, con ormai una carriera avviata, sa come usare i social e ascolta ogni tipo di musica dalla salsa al rap. D'altronde "se non ascolti il volume, non sai dirigere musiche come il Sacre du printemps di Stravinskij o il Bolero di Ravel". "Ora la gente vuole stare a casa a guardare Netflix e i giovani temono di essere giudicati se vengono a teatro per come si vestono o perché pensano di non capire. Le mie parole - aggiunge - sono un aiuto per entrare in un mondo straordinario.
    Noi siamo il ponte fra il pubblico e l'orchestra". E su questo "dobbiamo fare di più", è convinto, ad esempio tenere incontri introduttivi alle opere come fa lui prima di tutte le rappresentazioni di Thais che sta dirigendo al Piermarini, ma anche aprire le prove "soprattutto alla fascia fra i 15 e i 30 anni,", non pensando a programmi più "facili" ma a usare le parole giuste. Con la Scala ha un rapporto particolare che gli fa dire di sentirsi "a casa" e di confermare che ha in cantiere altri progetti a Milano, senza svelare però quali.
   

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