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Larsson: 'La letteratura non salva il mondo ma deve aprirsi'

Larsson: 'La letteratura non salva il mondo ma deve aprirsi'

"La situazione mondiale preoccupa, ogni vita conta"

TRIESTE, 21 febbraio 2025, 18:41

di Francesco De Filippo

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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La letteratura non cambia il mondo, "un libro bello, che critica una società, un governo, di certo non lo cambia, ma diventa molto importante nel caso di un Paese che si chiude, come stanno facendo gli Stati Uniti". Dunque, c'è "bisogno di molte più traduzioni da altri Paesi". A dirlo è lo scrittore svedese Bjorn Larsson per il quale altre letterature sono "un'uscita di emergenza, possibilità di vita, di costruire la società, vivere insieme che forse in un paese specifico non esiste più ed è minacciato come l'America in questo momento".

I dati lo confermano: "I paesi anglosassoni non traducono quasi niente; in Italia e Francia il 30% dei libri in circolazione è scritto da autori stranieri; in America soltanto il 5". Assistiamo al desengagement di scrittori, di intellettuali, colpa anche dei social? "Posso parlare dell'Europa: spesso i giornali per pigrizia riprendono statistiche di youtube, il numero di follower, notizie pubblicate sui social dove c'è di tutto, voci diverse, saggezza, stupidaggini. Quando un giornale lo riprende o lo racconta, i contenuti dei social diventano una cosa seria. Dunque sono giornali, tv, radio a creare l'illusione che quella cosa sia così importante". Altrimenti "sarebbe una diversità di opinioni, nessuno ci farebbe veramente caso". Al contrario, c'è qualcosa di serio che gli scrittori devono fare: "Ricordare che ogni vita umana conta", dice riferendosi alle guerre. "È importante".

Preoccupato "dai conflitti e dalla situazione internazionale", tuttavia Larsson segnala la "memoria corta" delle persone: "Quando sono cresciuto c'era la minaccia della guerra nucleare, c'era la guerra in Jugoslavia, le dittature in Grecia, Portogallo, Spagna, c'era l'Irlanda del Nord, i paesi baschi ... ma dimentichiamo. Non penso che quella di oggi sia una situazione peggiore rispetto al passato".

Resta il compito dello scrittore: "Fare qualcosa per fermare questa idiozia della guerra, ma soprattutto risparmiare vite umane". Come è accaduto che la letteratura nordica abbia avuto tanto successo? "È stata una scoperta casuale. Mi ricordo quando Emilia Lodigiani, che ha fondato Iperborea, è andata per la prima volta a Francoforte, nessuno veniva agli stand degli editori svedesi per chiedere i diritti, dunque lei con pochi soldi facilmente ha riempito un catalogo di grandi scrittori svedesi. Poi è arrivato il giallo svedese". Per Larsson sono due i romanzi che hanno creato interesse negli editori stranieri per gli scrittori svedesi: "'Il senso di Smilla per la neve' di Peter Hoeg e 'La vera storia del pirata Long John Silver' (di Larsson, ndr). Qualcuno chiedeva: 'ma chi è questo idiota che ha voluto fare concorrenza a un classico?'". Come altri paesi, "anche la Svezia ha una letteratura importante; noi lo sappiamo, gli altri no perché nessuno legge lo svedese", ironizza.

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