È stato presentato ieri sera, al
Consolato Generale d'Italia a Londra, 'Le notti di Mosca', il
nuovo romanzo di Enrico Franceschini, giornalista e scrittore,
già corrispondente per La Repubblica nel Regno Unito.
Nell'evento con il patrocinio dell'associazione culturale il
Circolo, l'autore ha dialogato con Federico Varese, docente di
criminologia all'Università di Oxford, a lungo consulente di
John le Carré, dopo la presentazione del console generale
Domenico Bellantone.
Il romanzo è ambientato nella Russia nell'autunno di fine
millennio, un periodo di profonda trasformazione: Boris Eltsin
sta per concludere la sua presidenza, la seconda guerra cecena è
appena iniziata e l'enigmatica figura di Vladimir Putin incombe
all'orizzonte. Le vite dei tre protagonisti, Selina, Jack e
Marco, alle prese con i vuoti creati da atrocità inimmaginabili,
paiono inizialmente divergere, per poi incontrarsi in una grande
narrazione avvincente, in cui odio, vendetta e amore si
intrecciano con i resti del passato e le ombre di un futuro
incerto. Un thriller di fantapolitica, con non pochi agganci
alla Russia di oggi, che Franceschini, in passato anche
corrispondente da Mosca, vuole dedicare ai suoi amici russi:
"Con l'augurio che un giorno possano essere liberi".
"Ho conosciuto bene la Russia - ha ricordato l'autore - per
averci vissuto per sette anni come giornalista, girandola
ovunque e seguendone le vicende per tutta la vita. Poi quando mi
sono trasferito a Londra, la Russia in qualche modo mi ha
seguito, dal momento che mi sono ritrovato in una città dove si
erano trasferiti 200mila russi, quasi tutti ricchi. Questi sono
i temi che ho utilizzato nell'intreccio, con un innesco che è
stato la guerra in Ucraina".
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