(di Mauretta Capuano)
ANTONIO SCURATI, M LA FINE E IL
PRINCIPIO (BOMPIANI, PP 409, EURO 24,00)
Dedicato "a tutti quelli che ancora credono nella democrazia.
Si preparino a lottare", il quinto e ultimo volume, M La fine e
il principio, della saga bestseller di Antonio Scurati dedicata
a Benito Mussolini, racconta la fine, gli ultimi seicento giorni
della vita del Duce e dell'Italia fascista. "L'ultima pagina, la
più fosca, la più nera, la più sanguinaria, la più assurda del
fascismo" come ha detto lo scrittore parlando del libro su
Instagram.
Pubblicato da Bompiani come i precedenti, il volume si apre
nell'estate del 1943 e si conclude nell'aprile del '45 con
Mussolini caduto dalla sua onnipotenza, appeso a testa in giù a
una pompa di benzina a Piazzale Loreto, a Milano. "Finisce qui,
dove era cominciata, la tragica storia di Benito Mussolini:
nell'oscenità, nell'orrore, nel massacro. E qui inizia quella
del suo cadavere" scrive Scurati che come in tutti gli altri
libri della saga, diventata anche una serie tv Sky con Luca
Marinelli, è storicamente documentata. Tanto che in apertura lo
scrittore Premio Strega nel 2019 proprio con il primo volume, M
Il figlio del secolo, ne parla come di un "romanzo
documentario".
Brani e fonti vengono infatti riportati. Fa eccezione,
nell'ultimo atto, il monologo in cui a parlare è il cadavere di
Benito Mussolini. Qui Scurati guarda avanti, a un futuro in cui
ciò che è stato non muore mai veramente. "Tornerà ogni volta che
invocherete l'uomo forte che non siete né mai sarete, il Capo
capace di guidarvi standovi dietro, a soffiare sul vostro
scontento, ogni volta che sull'orlo della tenebra piagnucolerete
per una favola della buonanotte - ancora una, papino, ancora
una, ti prego".
Nell'ottantesimo anniversario della Liberazione, che si
celebra il 25 aprile, l'uscita di M La fine e il principio
suona come un potente invito a non dimenticare mai chi siamo e
da dove veniamo. "Oggi più di quando cominciai questo racconto,
un numero consistente e crescente di italiani, europei,
americani tende a disconoscere, a negare, persino a rimpiangere
questa terribile storia. Si preparano così a ripeterla in nuove
forme. Oggi più che mai, perciò, diviene necessario continuare a
raccontarla. Assumersene la responsabilità. Di fronte al
passato, al presente e, soprattutto, al futuro" dice nelle prime
pagine del libro lo scrittore che presenterà il libro l'11
aprile al Teatro Manzoni di Roma con Corrado Augias, mentre il
24 aprile a Milano ci sarà un reading teatrale.
Devastato fisicamente, dimagrito, afflitto dai crampi allo
stomaco per un'ulcera che non gli ha mai dato pace, il Duce,
deposto dal Gran Consiglio, viene deportato nel '43 a Ponza dove
celebra da solo il suo sessantesimo compleanno. Poco dopo è alla
Maddalena e in cima al Gran Sasso, a Campo Imperatore dove viene
liberato in un blitz dei paracadutisti del Fuhrer che lo pone a
capo di uno Stato fantoccio, la cosiddetta Repubblica di Salò
che coincide con i giorni del terrore nelle città, dei
bombardamenti, l'ora più buia per il nostro Paese.
"Questo è soltanto uno dei cento e mille episodi di violenza
brutale e cieca di cui si macchiarono i fascisti negli anni
della cosiddetta Repubblica di Salò. I seicento giorni di
terrore durante i quali, insieme agli alleati nazisti,
sottoposero l'Italia e il nostro popolo, gli italiani a un
periodo terrificante" ricorda Scurati nel video sui social in
cui è davanti al muro in cui furono fucilati quattro ragazzi a
Milano nel 1945. "Una pagina che è poco conosciuta dagli
italiani, in parte dimenticata e a lungo ignorata, una pagina
che vede questa città, Milano, dove ci troviamo, trasformata in
un inferno" dice lo scrittore. "Questi quattro ragazzi si
chiamavano Orazio, Giancarlo, Tullio e Giuseppe. Orazio,
Giancarlo e Tullio avevano 16 anni. Giuseppe, il più vecchio, ne
aveva soltanto 18. Furono fucilati davanti a questo muro il 6
gennaio del 1945, quando ormai era chiaro a tutti che la guerra
stava finendo, che tutto stava finendo. E non furono fucilati da
degli spietati SS tedeschi, furono fucilati da italiani, da
soldati di un valoroso battaglione dell'aeronautica militare, il
Battaglione Azzurro, che era scaduto ormai a reparto di
torturatori" ricorda Scurati . È soltanto uno dei cento e mille
episodi "di violenza brutale e cieca" che Scurati racconta in M.
La fine e il principio che può essere letto a diversi livelli di
approfondimento.
Nelle ultime pagine viene proposta la storia della senatrice
a vita Liliana Segre. Prima c'è un capitolo dedicato a 'Le
Morti' nel quale troviamo figure come Margherita Sarfatti, Mario
Rigoni Stern, Filippo Tommaso Marinetti, Pietro Badoglio e
Alessandro Pavolini.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA