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Gigliotti svela gli anni '80, arte e trasgressione

Gigliotti svela gli anni '80, arte e trasgressione

Narciso Superstar suo ultimo libro, ribellione ma anche maturità

TRIESTE, 07 aprile 2025, 12:59

Redazione ANSA

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(di Francesco De Filippo) NARCISO SUPERSTAR di GIORGIO GIGLIOTTI (edizionicroce; 133 pagg; 18 euro) Negli anni '80 un'onda si scaricò sulla gioventù dell' Occidente, molti ne furono travolti, vittime di Aids, droga, alcol; altri dopo forzati inabissamenti riemersero; pochi si affermarono. In quell'onda rimase imprigionato anche Narciso.
    Partito dalla Calabria, ventenne, Narciso il primo gennaio 1980 raggiunge New York dove si lascia risucchiare dal contesto che lo circonda. Superati iniziali indugio e timidezza, comincia a frequentare i locali notturni e si abbandona a ogni esperienza trasgressiva, non ultima, quella erotico-sessuale. Dagli spettacoli in discoteche e teatri underground alle esibizioni e gli incontri nei locali senza regole. Un tritacarne di esperienze ed emozioni che ricorda le pagine dello scrittore francese Guillaume Dustan, dal quale Narciso esce senza particolari traumi. E nel gennaio 1982 rientra in Italia, a Roma, dove confessa di essere "completamente distaccato" da quanto avviene attorno a lui. Fa la stessa vita che nella Grande Mela, ma se lì si innamoravano di lui (e della sua giovane età), a Roma è un giovane più consapevole e che vuole esprimersi nel mondo dell'arte. Fonda lo Studio Art Production, porta nella capitale una Moana Pozzi agli esordi, diventa direttore artistico di Muccassassina, all'ex Mattatoio, nome da rivalsa per i bovini che vi erano stati macellati.
    La realtà si intreccia alla finzione, il romanzo diventa ancor più diaristico e si cala nelle trasgressioni dell'Alibi, il locale per omosessuali al Testaccio, e di Hysteria, Jackie 'O, Il Mago d'Oz a Trastevere, e poi Le Vetrine, Much More, Easy Going frequentato dal jet set gay. Difficile dire se Narciso si lasci trascinare o sia protagonista; vale ciò che scrive di se: nulla lo turba, non ha il senso del pericolo. Comunque sia, il libro pulsa di voglia di vivere, di esserci.
    Sono gli anni delle comunità gay decimate dall' Aids; Narciso sospetta di essere stato contagiato per poi scoprire che c'era stato uno scambio di provette. Anni di trasgressioni ma anche di partecipazione: con l'incasso del Muccassassina si finanziavano buona parte delle spese per il supporto psicologico e l'assistenza a domicilio proprio dei malati di Aids.
    Nel suo percorso artistico Narciso comprende le tendenze, opera il passaggio dallo spettacolo all'installazione: non importa il contenuto di un'opera perché la sua sostanza è contenuta nell'impatto visuale. Cambia il mondo, e in fretta, e si fa preminente anche una visione più commerciale dell'arte, se non della vita tutta.
    Infine, con un figlio che comincia a capire e dopo una profonda crisi, Narciso con un salto di maturità, conclude la sua parabola trasgressiva.
    Il libro, come il suo protagonista, a volte si lascia travolgere pretendendo che il lettore segua pagine volutamente disordinate dove gli episodi sono frammentati, abbozzati. Ma è che un piccolo sacrificio da affrontare per approdare a un disvelamento di realtà passateci sotto gli occhi e che non abbiamo notato.
   

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