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Istella Mea, l'esordio 'magico' di Ciriaco Offeddu

Istella Mea, l'esordio 'magico' di Ciriaco Offeddu

Il romanzo in libreria per Giunti il 12 febbraio

ROMA, 11 febbraio 2025, 18:17

Redazione ANSA

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CIRIACO OFFEDDU, ISTELLA MEA (GIUNTI, PP. 384, EURO 20.00). Una grande avventura che dalla Sardegna magica e ventosa ci porta fino all'Argentina malinconica degli emigrati, seguendo il destino di donne e uomini dominati da passioni estreme, amori e odi che non si spengono. Esordisce nella narrativa con 'Istella Mea', una storia senza tempo, che ha le note del realismo magico, Ciriaco Offedu, autore sardo classe 1948.
    In libreria il 12 febbraio per Giunti, che dopo il successo di Milena Palminteri con il suo Come l'arancio amaro, scommette su un altro esordiente e su un romanzo che intreccia tradizione e modernità, racconta le leggende che hanno formato la cultura sarda e si muove tra Nuoro e l'Argentina, a partire dagli anni '60.
    In una Sardegna popolata di cavalieri, pastori e leggende la giovanissima Rechella scopre l'amore grazie all'incontro con Martino, un ragazzino dalla fantasia fervida, capace di prodigi come quello di alzarsi in volo e spingere lo sguardo fino al mare. "Ti ho aspettato una vita intera, Martino. Ti ho ritrovato sulla soglia della vendetta" racconta.
    Martino è stato abbandonato dai genitori e vive con sua nonna Jaja, rispettata e temuta, narratrice di storie favolose, che nella sua cantina nasconde qualcosa di oscuro e potente.
    Rachella è sedotta dal cupo fascino di Jaja. Solo dopo molto tempo e troppo dolore inizierà a intuirne la natura malvagia, a capire che essa può assumere sempre nuove forme, a decidere che la sua missione sarà fermarla.
    "Ho voluto raccontare il soprannaturale che è parte fondante della mia terra e della mia cultura. Scrivere una storia sarda senza considerare questo aspetto è dunque un esercizio che toglie spessore, voci, prospettive spirituali, psicologiche e religiose; che cancella di fatto una forma di comunità nella quale i vivi strettamente convivevano con la dimensione dei morti e dell'aldilà" dice Offeddu che si è laureato in Ingegneria Elettronica all'Università di Pisa ed è poi stato manager di multinazionali in Italia e all'estero.
    A fronteggiarsi in 'Istella mea' sono due opposti modelli di femminilità, quello della sùrbile - maestosa incarnazione leggendaria di colei che, come una vampira, succhia le migliori energie di chi le sta vicino - e quello di una donna innamorata, determinata a vendicare e salvare la "stella" perduta della sua vita. Offeddu, che ha vissuto e lavorato per decenni in altri continenti, in questo libro racconta anche "il disterru dello sradicamento", quella malinconia violenta di chi è costretto a separarsi dalla sua terra.
    "L'emigrazione era ed è un elemento capitale che difficilmente può essere trascurato nel raccontare una storia di vita sarda o la storia, ad esempio, di una famiglia. Il fenomeno dell'emigrazione attraversa come un coltello le vicende storiche, a partire dalla seconda metà dell'Ottocento sino a oggi. In questo senso diviene importante lo scorrere del tempo, il passare delle decadi, per comprendere quanto le ferite divengano a un certo punto insanabili, e per conoscere le ancore esistenziali cui le stesse protagoniste si aggrappano nelle inevitabili crisi" spiega l'autore del libro.
   

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