(di Mauretta Capuano) FOSCO MARAINI, LE PIETRE DI GERUSALEMME.
D'ORO, DI RAME, DI LUCE E DI SANGUE (IL MULINO, PP 248, EURO 28,00).
A lungo dimenticato, pubblicato negli Stati Uniti nel 1969, solo
in inglese con il titolo 'Jerusalem - Rock of Ages', esce ora in
Italia in una versione inedita, arricchita dalle note
dell'autore, 'Le Pietre di Gerusalemme. D'Oro, di rame, di luce
e di sangue' di Fosco Maraini. Il volume, con fotografie
dell'antropologo, orientalista, fotografo e scrittore morto nel
2004, acquisite dalla Fondazione Alinari per la Fotografia e una
introduzione di Franco Cardini, a cura della studiosa Maria
Gloria Roselli, sarà in libreria postumo il 28 ottobre per Il
Mulino.
Tra citazioni dalla Bibbia, dalla Torà e dal Corano emerge la
storia potente e suggestiva di una sacralità contesa e
conflittuale, perfettamente attuale nella sua complessità.
Maraini aveva iniziato la prima stesura del libro alla fine del
1967, al ritorno da un viaggio a Gerusalemme, a breve distanza
dalla Guerra dei sei giorni. Era seguita una seconda stesura nel
1969 con molte integrazioni. Il dattiloscritto italiano, con
note aggiunte dall'autore, è tornato alla luce al Gabinetto
Vieusseux a Firenze.
Maraini racconta Gerusalemme, la città cosmopolita e caotica
delle tre religioni affidandosi alle pietre, soprattutto quelle
sacre, come la Roccia del santuario musulmano detto appunto
"Cupola della Roccia", la Pietra del Calvario, posta a custodia
e a sigillo del Sepolcro, o la Pietra sulla quale il Cristo
fonda la Sua chiesa. E sono le pietre a rivelare stratificazioni
culturali e religiose, dalla fondazione di Gerusalemme fino alla
guerra dei sei giorni, l'evento storico più recente dalla data
del manoscritto. Una vicenda di uomini, pietre, ma anche di Dio:
poiché Gerusalemme sconfina nell'invisibile, ed è questo che la
rende unica.
Il lavoro era parte di un progetto editoriale, come spiega nelle
note la Roselli - curatrice del Museo di Antropologia - Sistema
Museale di Ateneo dell'Università di Firenze - che prevedeva di
redigere un testo, corredato da una serie di fotografie di
Alfred Bernheim, fotografo israeliano di origine tedesca, in
vista di una pubblicazione, che sarebbe poi uscita negli Stati
Uniti nel 1969, in lingua inglese, col titolo:
Jerusalem - Rock of Ages. Al Gabinetto Vieusseux di Firenze sono
conservate due versioni del manoscritto: quella del 1967 e una
seconda, revisione della precedente con numerose integrazioni,
del 1969,successiva al secondo, breve, viaggio di Maraini a
Gerusalemme nel luglio 1968. L'antropologo rielaborò
ulteriormente il manoscritto
nel 1970, come suggeriscono alcuni dettagli contenutistici. Il
testo pubblicato ora da Il Mulino "è da riferirsi principalmente
all'ultima versione del manoscritto, le cui lacune sono state
integrate con parti del precedente. Sono state infine riportate
puntualmente le numerosissime correzioni a mano di Maraini" e
"le revisioni operate sul testo originale sono state ridotte al
minimo, nel rispetto delle intenzioni di Maraini e circoscritte
alle esigenze di comprensione e di uniformità, soprattutto per
quanto riguarda le date e le citazioni dei testi sacri,
accuratamente verificate, e qui riportate nelle versioni
ufficialmente approvate dalle autorità religiose" spiega la
Roselli e sottolinea: "non avremmo potuto dar vita a questo
testo senza l'assenso e l'aiuto della moglie di Fosco Maraini,
Mieko, e delle figlie Dacia e Toni. A Maraini "interessava
soprattutto, anzitutto, quasi esclusivamente la città vecchia
con le sue rovine e con i suoi edifici più volte restaurati e
modificati: la città antica e quella di Gesù, con qualche
pertinenza medievale e moderna, nonché con qualche quartiere
speciale, ad esempio quello di Mea Shearim. E di tutto questo
parlano non solo le sue pagine ma anche le sue fotografie qui
riprodotte" dice Cardini nell'introduzione.
Per l'uscita del libro, il 28 ottobre, Il Mulino - pubblica
anche un podcast originale con intervista e racconto di Franco
Cardini e Maria Gloria Roselli e letture dal testo, disponibile
sulle piattaforme dell'editore per Le voci del Mulino.
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