(dell'inviata Mauretta Capuano) Un taccuino immaginario, ma che parte da fatti reali racconta in prima persona la vita di Paolo Borsellino.
E' 'Paolo sono' di Alex Corlazzoli, illustrato da Giacomo Agnello Modica, con cui si inaugura la collana 'Taccuini immaginari' di Giunti.
"L'idea del taccuino è nuova perché permette di diventare subito
amici di Paolo Borsellino e raccontarlo in prima persona fa sì
che ogni bambino e ragazzo lo senta vicino anziché un
personaggio. La chiave per avvicinarlo ai ragazzi è farlo
sentire un amico" dice all'ANSA Corlazzoli nel giorno di
inaugurazione della Fiera Internazionale del Libro per Ragazzi
di Bologna che si è aperta il 21 marzo, nella Giornata della
Memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle
mafie.
Ad aiutare Corlazzoli, che è maestro, scrittore e
viaggiatore, nella stesura del libro è stato, racconta, aver
conosciuto Rita Borsellino, la sorella di Paolo, quando era
ragazzo. "Avevo 18 anni ed ero sceso a fare volontariato a
Palermo e Rita Borsellino mi disse di andare a trovarla. Sono
andato con un ragazzino di strada a casa sua e da lì ho
cominciato a conoscere la storia di Borsellino. Purtroppo i
ragazzi di oggi lo conoscono poco, non hanno il rapporto che ho
io, che sono nato nel '75, con quel pezzo di storia. Anche Che
Guevara non sanno chi è" spiega Corlazzoli. E da qui è nata la
voglia di avvicinare i bambini e ragazzi alla sua storia.
"L'idea di questo libro è che i ragazzi entrino così in intimità
con Paolo Borsellino al punto da poterlo sentire vicino. Ho
testato il libro con i miei alunni e ho visto che funzionava
perché attraverso questa storia diventano amici e da qui la
scelta di chiamare il volume 'Paolo sono' che fa entrare in
intimità".
"Il figlio di Paolo Borsellino, Manfredi, ha visto il libro
ed è rimasto entusiasta. Ha detto che mai ha visto una
raffigurazione così fedele come questa. Questo libro ha il
merito di essere un taccuino ma di un illustratore bravo".
Non "è una biografia di Borsellino, racconta alcuni momenti
salienti della vita di Paolo. L'amicizia con Giovanni Falcone,
quando Borsellino ha iniziato ad avere la scorta, il 4 maggio
1980 e da quel momento è cambiata la sua vita. Ci sono anche i
risvolti più intimi, il suo rapporto con Rita Atria che diventa
per lui una figlia, che si rivolge a lui per denunciare la
famiglia mafiosa e lui veramente la adotta" racconta Corlazolli.
Ma come mai i ragazzi non conoscono questi giganti della
nostra storia? "La scuola è sempre più impegnata a riempire le
teste di contenuti e dimentica la vita. Come c'è il Crocifisso
ci dovrebbe essere una foto di Falcone e Borsellino nelle aule.
Non basta la giornata di oggi per ricordare i 1055 nomi delle
vittime di mafia. La scuola ha il dovere di adottare alcune di
questi volti e farli diventare patrimonio per i bambini e
ragazzi" dice il maestro e scrittore che ha già pensato ad un
altro personaggio per la collana: Nelson Mandela. "La forza di
questa collana è che il personaggio parla in prima persona e non
è facile. I primi capitoli in cui dovevo far parlare Borsellino
bambino mi sono chiesto: è un bambino figlio di borghesi in un
quartiere a metà tra borghesi e non, quale sarà il linguaggio
giusto?".
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