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Da Paladino ad AES+F, 5 artisti per fiabe di Basile

Da Paladino ad AES+F, 5 artisti per fiabe di Basile

Favole de Lo cunto de li cunti in volume da collezione Treccani

ROMA, 17 novembre 2021, 11:04

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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(di Daniela Giammusso) "Era na vota lo re de Verdecolle, lo quale haveva tre figlie femmine ch'erano tre gioie, de le quale erano cuotte d'amore tre figli de lo re de Belprato, ch'essenno pe na mardittione de na fata tutte tre animale, sdegnaie lo re de Verdecolle de darecelle pe mogliere". Comincia così I tre re animali, tra le più celebri storie de Lo Cunto de li Cunti (o Il Pentamerone), quello scrigno inesauribile di fiabe, personaggi, universi e insegnamenti che Giambattista Basile scrisse in lingua tra il 1634 e il 1636 e al quale negli anni hanno poi attinto Charles Perrault e i fratelli Grimm per i loro più celebri successi, da Cenerentola a La Bella addormentata, Rapunzel, Hansel e Gretel. Ma anche Johann Ludwig Tieck per Il gatto con gli stivali o tanto cinema di animazione. Fino al teatro, ispirando, ad esempio, gli ultimi spettacoli di Emma Dante.
    Oggi quel patrimonio ricchissimo rivive in un'edizione da collezione edita della Treccani che guarda all'Europa e alla grande arte contemporanea, arricchendo le fiabe con le illustrazioni di cinque tra i massimi esponenti della scena artistica mondiale: gli AES+F, Markus Lüpertz, Mimmo Paladino, Kiki Smith e Miquel Barceló (nuovo capitolo della collana Ut pictura poësis, tiratura a 149 copie numerate in numeri arabi).
    "L'idea di un'antologia illustrata da artisti contemporanei di diversi paesi è nata molti anni fa", racconta oggi nella premessa al volume, Pasquale Basile, discendente dello scrittore. Non a caso, perché la storia della fiaba italiana è, per molti aspetti e pur con tutte le sue peculiarità, la storia della fiaba europea, di un prodotto della cultura popolare che parla delle interazioni tra i popoli e dei modelli che hanno circolato nel continente europeo nel corso della storia. Lo cunto de li cunti, in particolare, raccoglie cinquanta fiabe di origine popolare, raccontate nel corso di cinque giornate (da cui il titolo postumo de Il Pentamerone) e inserite all'interno di una cornice narrativa più ampia, anch'essa fiabesca, che raccorda e motiva tutti gli altri racconti. Si va da La Gatta Generentola a Cagliuso, la storia di un gatto sapiente che aiuta un poveruomo a far fortuna, o l'indimenticabile Vardiello, giovane sprovveduto, baciato dalla fortuna, a dispetto della sua semplicità.
    Le illustrazioni inedite realizzate oggi per cinque di quelle fiabe incarnano proprio l'intreccio di culture e ispirazioni di cui quell'universo è figlio, con La mortella per gli AES+F, Petrosinella per Markus Lüpertz, Rosella per Mimmo Paladino, Li tre ri animale per Kiki Smith e Ninnillo e nennella per Miquel Barceló.
    Un ricco apparato testuale affianca poi alla trascrizione critica del testo napoletano (curata da Francesco Ursini sulla base dell'editio princeps del Cunto) una nuova versione italiana di Roberto De Simone, il più importante interprete vivente della poetica di Basile, e la traduzione nelle lingue dei Paesi di provenienza degli artisti. Il risultato è "un'opera che non ha uguali né precedenti nella storia dell'editoria italiana", commenta il direttore generale dell'istituto della Enciclopedia Italiana, Massimo Bray.
    Come tutti i libri d'arte pubblicati dalla Treccani, il volume è arricchito poi da alcuni saggi per contestualizzare l'opera e a delinearne la fortuna: Roberto De Simone (Basile: un romanzo storico biografico) racconta la vita dell'autore, aprendo alla fine uno scorcio sulle interpretazioni antropologiche del Cunto; Angela Albanese (La fortuna del Cunto de li Cunti nella cultura italiana ed europea) passa in rassegna traduzioni, riscritture e riprese; Francesca Rimini (Storie in filigrana. Basile nello specchio metamorfico del cinema del XXI secolo), infine, si sofferma in particolare sulle trascrizioni del Cunto nel medium che oggi raggiunge, verosimilmente, il maggior numero di lettori o spettatori e costituisce, di conseguenza, il più importante veicolo di conoscenza dell'opera di Basile presso il grande pubblico.
   

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