(di Daniela Giammusso)
"Era na vota lo re de Verdecolle, lo
quale haveva tre figlie femmine ch'erano tre gioie, de le quale
erano cuotte d'amore tre figli de lo re de Belprato, ch'essenno
pe na mardittione de na fata tutte tre animale, sdegnaie lo re
de Verdecolle de darecelle pe mogliere". Comincia così I tre re
animali, tra le più celebri storie de Lo Cunto de li Cunti (o Il
Pentamerone), quello scrigno inesauribile di fiabe, personaggi,
universi e insegnamenti che Giambattista Basile scrisse in
lingua tra il 1634 e il 1636 e al quale negli anni hanno poi
attinto Charles Perrault e i fratelli Grimm per i loro più
celebri successi, da Cenerentola a La Bella addormentata,
Rapunzel, Hansel e Gretel. Ma anche Johann Ludwig Tieck per Il
gatto con gli stivali o tanto cinema di animazione. Fino al
teatro, ispirando, ad esempio, gli ultimi spettacoli di Emma
Dante.
Oggi quel patrimonio ricchissimo rivive in un'edizione da
collezione edita della Treccani che guarda all'Europa e alla
grande arte contemporanea, arricchendo le fiabe con le
illustrazioni di cinque tra i massimi esponenti della scena
artistica mondiale: gli AES+F, Markus Lüpertz, Mimmo Paladino,
Kiki Smith e Miquel Barceló (nuovo capitolo della collana Ut
pictura poësis, tiratura a 149 copie numerate in numeri arabi).
"L'idea di un'antologia illustrata da artisti contemporanei di
diversi paesi è nata molti anni fa", racconta oggi nella
premessa al volume, Pasquale Basile, discendente dello
scrittore. Non a caso, perché la storia della fiaba italiana è,
per molti aspetti e pur con tutte le sue peculiarità, la storia
della fiaba europea, di un prodotto della cultura popolare che
parla delle interazioni tra i popoli e dei modelli che hanno
circolato nel continente europeo nel corso della storia.
Lo cunto de li cunti, in particolare, raccoglie cinquanta fiabe
di origine popolare, raccontate nel corso di cinque giornate (da
cui il titolo postumo de Il Pentamerone) e inserite all'interno
di una cornice narrativa più ampia, anch'essa fiabesca, che
raccorda e motiva tutti gli altri racconti. Si va da La Gatta
Generentola a Cagliuso, la storia di un gatto sapiente che aiuta
un poveruomo a far fortuna, o l'indimenticabile Vardiello,
giovane sprovveduto, baciato dalla fortuna, a dispetto della sua
semplicità.
Le illustrazioni inedite realizzate oggi per cinque di quelle
fiabe incarnano proprio l'intreccio di culture e ispirazioni di
cui quell'universo è figlio, con La mortella per gli AES+F,
Petrosinella per Markus Lüpertz, Rosella per Mimmo Paladino, Li
tre ri animale per Kiki Smith e Ninnillo e nennella per Miquel
Barceló.
Un ricco apparato testuale affianca poi alla trascrizione
critica del testo napoletano (curata da Francesco Ursini sulla
base dell'editio princeps del Cunto) una nuova versione italiana
di Roberto De Simone, il più importante interprete vivente della
poetica di Basile, e la traduzione nelle lingue dei Paesi di
provenienza degli artisti. Il risultato è "un'opera che non ha
uguali né precedenti nella storia dell'editoria italiana",
commenta il direttore generale dell'istituto della Enciclopedia
Italiana, Massimo Bray.
Come tutti i libri d'arte pubblicati dalla Treccani, il volume è
arricchito poi da alcuni saggi per contestualizzare l'opera e a
delinearne la fortuna: Roberto De Simone (Basile: un romanzo
storico biografico) racconta la vita dell'autore, aprendo alla
fine uno scorcio sulle interpretazioni antropologiche del Cunto;
Angela Albanese (La fortuna del Cunto de li Cunti nella cultura
italiana ed europea) passa in rassegna traduzioni, riscritture e
riprese; Francesca Rimini (Storie in filigrana. Basile nello
specchio metamorfico del cinema del XXI secolo), infine, si
sofferma in particolare sulle trascrizioni del Cunto nel medium
che oggi raggiunge, verosimilmente, il maggior numero di lettori
o spettatori e costituisce, di conseguenza, il più importante
veicolo di conoscenza dell'opera di Basile presso il grande
pubblico.
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