(di Mauretta Capuano) "Chiudere in casa gli anziani per proteggerli, a parte nei casi di gravi patologie, sarebbe una condanna a morte anzitempo".
La scrittrice Bianca Pitzorno - tra i firmatari dell'appello al governo e al presidente della Repubblica siglato da 122 intellettuali, scrittori e artisti over 70 per la libertà - invita a riflettere sulle contraddizioni con cui ha dovuto fare i conti il mondo della terza età nei giorni della pandemia.
"Chi avrebbe mai proibito a Rita Levi Montalcini di
continuare a fare le sue ricerche?" dice la Pitzorno, una delle
nostre maggiori autrici di libri per ragazzi che in Italia ha
venduto complessivamente 2,5 milioni di copie e non ama essere
messa in ''recinti'' letterari. E aggiunge: "Da un lato ci
vogliono far lavorare e prolungare la pensione fino a 70 anni e
dall'altro già a 60 anni sei da buttare via e se mancano i posti
in terapia intensiva sei il primo a essere chiuso a casa e
arrivederci".
"Ci sono tanti settantenni attivi, in buona salute, che hanno
tanto da dire ai giovani. Impedirgli di uscire anche quando sarà
possibile farlo per tutti gli altri, sarebbe davvero
un'assurdità" dice l'autrice sarda de 'L'incredibile storia di
Lavinia' e 'Ascolta il mio cuore'. "Ma ci siamo resi conto -
incalza la scrittrice che vive a Milano e la prossima estate
compirà 78 anni - che il mondo è in mano ai vecchi? Il Papa,
Trump, Putin, la Regina Elisabetta, la maggior parte dei potenti
quanti anni hanno? A essere stato dato per morto è stato
piuttosto il presidente della Corea del Nord Kim Jong-un che è
un bambino in confronto a loro".
L'appello firmato, tra gli altri da Massimo Cacciari, Carlo
Ginzburg, Giorgio Agamben, Eugenio Borgna, Salvatore Natoli,
Ginevra Bompiani, "vuole salvaguardare la salute, ma anche la
dignità e libertà" degli over 70. "Sarebbe inaccettabile l'idea
di restare barricati in casa con il divieto di uscire. Lo Stato
non può togliermi la libertà a meno che non mi faccia un
processo e mi condanni a un tot di tempo di reclusione".
Bianca Pitzorno, per la quale la quarantena è cominciata da
gennaio 2019, dopo un'intervento per una seconda protesi
all'anca andato male, non si è mai fermata prima che le
accadesse questa disavventura. "Sono semi prigioniera da un anno
e 4 mesi. Con due stampelle riesco a uscire per la fisioterapia.
E' molto pesante. Quest'estate compio 78 anni, ma prima di
questa disavventura stavo benissimo. Andavo da tutte le parti da
sola, a fare presentazioni di libri. Appartengo a una famiglia
di donne sarde molto longeve, ultracentenarie. Capisco ancora di
più cosa vuol dire, in questo momento, essere costretti
all'immobilità. Bisogna dimostrare, non con le percentuali, che
gli anziani sono in condizioni fisiche peggiori di altri. Ci
sono giovani più malconci di me. E poi? Tutte le altre malattie?
Ho letto la storia di un malato di Sla a cui è stata tolta la
fisioterapia. E la parte psicologica, la mente, non esiste?"
dice la Pitzorno.
Proprio partendo dall'angoscia che sta provando nei giorni
della reclusione milanese è nata alla giornalista e scrittrice
Donatella Bisutti, che non è nuova a manifesti e iniziative di
questo tipo, l'idea dell'appello degli over 70. "E' un appello
super partes, non ideologico. Volevo fosse un manifesto civile
per la cultura, ma che servisse a tutti, anche a chi non è
famoso. Ci sono tutte le professioni nel campo della cultura,
dagli scrittori agli architetti ai giuristi, ci sono posizioni
politiche diverse, da Comunione e Liberazione alla sinistra. Una
rappresentazione a 360 gradi della cultura e delle varie
posizioni politiche e ideologiche" spiega la Bisutti.
E la Pitzorno ricorda una conferenza del suo bisnonno che era
medico, come suo padre e suo nonno, quando c'è stato il colera
che in Sardegna ha più che decimato la popolazione. "Le cose
suggerite erano le stesse di oggi: l'igiene, perché la cura non
c'era, come adesso".
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