Troppo inglese e troppi dialettismi,
ma complessivamente i giornalisti italiani sono promossi.
Questa, in sintesi, la conclusione della lectio magistralis del
presidente dell'Accademia della Crusca, Claudio Marazzini,
nell'aprire a Torino il nuovo anno accademico del Master
universitario di giornalismo Giorgio Bocca. Un avvertimento su
tutti: "la deontologia professionale è anche nel linguaggio che
usiamo".
Il forte tasso di anglicismo, di gran lunga superiore a
quello in uso in Francia e in Spagna, non è esclusivo soltanto
dei giornalisti: "E' entrato nella comunicazione istituzionale -
ha osservato Marazzini - Perché, ad esempio, scrivere
maladministration quasi come dire che il monopolio della
moralità è altrove". Non diversamente accade per altre parole:
"Cibo - ha ancora detto il presidente della Crusca - è stato
sostituito da food". Si aggiungono errori grossolani come
paventare per significare minacciare oppure proseguio al posto
di prosieguo.A inaugurare il 14/o anno del Master, oltre alle
direttrici Anna Masera e Franca Roncarolo, il direttore de La
Stampa, Maurizio Molinari, il presidente dell'Ordine dei
giornalisti del Piemonte, Alberto Sinigaglia, il vicerettore
dell'Università di Torino Sergio Scamuzzi e il direttore della
divisione digitale do Gedi, Massimo Russo.
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