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Crusca, giornalismo troppo anglofono

Crusca, giornalismo troppo anglofono

Marazzini apre anno accademico Master Giornalismo Giorgio Bocca

TORINO, 07 novembre 2017, 16:00

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Troppo inglese e troppi dialettismi, ma complessivamente i giornalisti italiani sono promossi.
    Questa, in sintesi, la conclusione della lectio magistralis del presidente dell'Accademia della Crusca, Claudio Marazzini, nell'aprire a Torino il nuovo anno accademico del Master universitario di giornalismo Giorgio Bocca. Un avvertimento su tutti: "la deontologia professionale è anche nel linguaggio che usiamo". Il forte tasso di anglicismo, di gran lunga superiore a quello in uso in Francia e in Spagna, non è esclusivo soltanto dei giornalisti: "E' entrato nella comunicazione istituzionale - ha osservato Marazzini - Perché, ad esempio, scrivere maladministration quasi come dire che il monopolio della moralità è altrove". Non diversamente accade per altre parole: "Cibo - ha ancora detto il presidente della Crusca - è stato sostituito da food". Si aggiungono errori grossolani come paventare per significare minacciare oppure proseguio al posto di prosieguo.A inaugurare il 14/o anno del Master, oltre alle direttrici Anna Masera e Franca Roncarolo, il direttore de La Stampa, Maurizio Molinari, il presidente dell'Ordine dei giornalisti del Piemonte, Alberto Sinigaglia, il vicerettore dell'Università di Torino Sergio Scamuzzi e il direttore della divisione digitale do Gedi, Massimo Russo.
   

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